A partire dai due anni possono
manifestarsi nei bambini crisi di rabbia che sconvolgono i genitori
perchè mai verificatesi prima . All'improvviso, nel corso della
giornata, per le ragioni più svariate e 'pittoresche' (talvolta
misteriose e incomprensibili!) dal punto di vista dell'adulto, un
bambino fino ad allora tranquillo può trasformarsi in una creatura
che urla e strepita. Piange, protesta e si oppone con tutte le sue
forze a ogni tentativo di mamma e papà di calmarlo.
Uno scenario che ogni genitore ha ben
presente e, spesso, alle prime esplosioni di stizza del bimbo, lascia
perplessi. L'adulto fa fatica perché non riesce a comprendere la
rabbia di un piccolo che per due anni o più è stato un tesoro e ora
si butta per terra e non accetta i confini.
Certo, non è facile per l'adulto
affrontare al meglio l'espressione di un'emozione così forte, ma la
rabbia è una manifestazione del tutto 'normale', una tappa della
crescita di ogni bimbo. A partire dai 2 anni,
infatti, spesso per tutto il periodo prescolare, il bimbo è travolto
da questi stati di ira.
La 'burrasca' può scoppiare, in modo
inaspettato, in qualsiasi luogo e per mille cause diverse: una
costruzione che crolla, il peluche scomparso, un 'no' del genitore
Come mai accade e cosa significa?
La rabbia è un segnale positivo: il
piccolo sta crescendo
Il genitore si sente spiazzato di
fronte al figlio che piange disperato e scalpita, tuttavia non c'è
motivo di preoccuparsi. È un grande segnale positivo, il bimbo sta
crescendo e scopre il proprio io, impara chi è e cosa vuole. Ma per
farlo, si trova in uno stato di continua lotta, fa fatica a decidere
perché non sa bene cosa vuole davvero.
Il bambino si oppone ma non vivetela
come una provocazione nei vostri confronti
Quando iniziano le 'prime scene',
l'atteggiamento del bimbo, spesso, risulta molto difficile da
accettare per l'adulto. Tanto che c'è chi afferma di non riconoscere
più il pargolo che è diventato un piccolo mostro.
Molto
spesso in queste situazioni possono riattivarsi vissuti del genitore
stesso riguardo alla rabbia. Questo complica la gestione del momento,
poiché passato e presente si confondono e diviene difficile
differenziare uno dall'altro.
Il
genitore, però, non dovrebbe viverlo come un attacco da parte del
bambino.
La sperimentazione passa attraverso
ogni momento della vita quotidiana.
La caparbietà è una caratteristica
dell'infanzia, proprio perché il piccolo deve sperimentare la sua
autonomia.
Quando scoppia la rabbia, aspettate
che passi
Una situazione abbastanza tipica (e
frequente), per esempio, che innesca una reazione esplosiva nel bimbo
è la 'scomparsa' di un giocattolo a cui tiene molto in quel
particolare momento. Ma anche un piccolo incidente mentre gioca può
dare adito a una vera 'emergenza'.
Come dovrebbe comportarsi, in questi
casi, il genitore?
Quando il bimbo diventa intrattabile, e
la rabbia esplode improvvisamente, non ha senso tentare subito di
calmarlo e parlargli. Ancora peggio è alzare la voce o intimargli di
smetterla.
Occorre invece aspettare che passi e
dargli il tempo di passare 'attraverso' e 'dopo' la rabbia.
In genere, comunque, dopo che si è
sfogato, il bimbo cerca spontaneamente il genitore e, in questo
momento, è importante rassicurarlo, coccolarlo e calmarlo. In base
all'età, si può poi discutere e spiegare cosa è successo.
Una volta che si è calmato, si può
spiegargli che quella rabbia è possibile metterla in un gioco.
Per esempio, può fare un disegno che
rappresenta la sua rabbia e poi può tagliarlo a striscioline.
Un'altra proposta è quella di prendere una lattina vuota pulita e
invitare il bimbo a urlarci dentro e, poi, a sistemarla in un posto
nascosto.
Al supermercato, quando è stanco
meglio di no
Un altro tipico momento, che spesso si
trasforma in una situazione travolgente, è quello della spesa.
Sarebbe meglio non portare il bimbo con sé al supermercato, magari
dopo una giornata al nido o alla scuola dell'infanzia perché è già
stanco.
Tuttavia, se non è possibile evitarlo,
è utile ricorrere a qualche piccolo accorgimento per evitare
un'esplosione di rabbia.
Se si porta il bimbo a fare la spesa, è
utile affidargli dei compiti e coinvolgerlo nella situazione, per
esempio, basta dirgli: 'Scegli tu le arance o
le pere oggi!'.
L'inizio della giornata, che sia
piacevole!
Anche al mattino, sempre di corsa,
quando i bimbi vanno al nido o alla scuola dell'infanzia, la
'tragedia' è dietro l'angolo.
Per evitarla, sarebbe opportuno
organizzarsi prima per rendere l'inizio della giornata più
piacevole. Basta, per esempio, far trovare al bimbo l'orsetto sulla
sedia dove mangia per stupirlo o si può pensare a una piccola
sorpresina che lo diverta... In fondo, ai bimbi di questa età, basta
poco.
Concordate le regole. Poche ma
inviolabili
Capire (e accettare come 'normale') la
rabbia del bimbo mantenendo la calma (se il bimbo urla, non serve
urlare più di lui) di fronte alla sua improvvisa esplosione è molto
importante. Soprattutto quando nasce da un 'incidente' del
quotidiano.
Un po' diverso il caso in cui il bimbo
si arrabbia per un 'no' del genitore. In alcune situazioni, infatti,
il bimbo si 'accende' perché l'adulto ha messo dei paletti. Anche in
età prescolare, infatti, non si può fare a meno di definire alcuni
limiti. Non possiamo discutere, per esempio, sul fatto che a 2-3 anni
non si attraversa la strada da soli. Non è una cosa su cui si può
trattare, perché rientra in quelle 'regole' di protezione della vita
del bimbo.
In questa fascia d'età, in ogni caso,
è opportuno che il bimbo segua al massimo 3-4 regole stabilite
insieme da mamma e papà. È fondamentale che entrambi i genitori
siano d'accordo, e convinti nel proporre sempre le stesse regole: se
non c'è coerenza, il piccolo lo percepisce.
I riti danno sicurezza. Soprattutto
per la nanna
La regolarità è una grande risorsa
per il bimbo piccolo, lo aiuta ad accettare anche quei momenti della
giornata che possono scatenare la sua rabbia. Tipico è il caso della
nanna che genera, molto spesso, grandi proteste e rimostranze da
parte dei bimbi intorno ai 3 anni. Ma naturalmente, il fatto di
andare a letto a un orario adeguato per l'età è una 'regola', non è
qualcosa su cui si possa discutere. E, in questo frangente, per
esempio, è indispensabile che mamma e papà sostengano la stessa
identica posizione.
Io sono una grande sostenitrice dei
rituali, è importante dare regolarità al bimbo, mangiare alla
stessa ora, andare a letto tutte le sere allo stesso orario... Quando
dormono poco, i bimbi sono più irritabili, ma il sonno è la fase
finale di una giornata.
Per tutta la famiglia: uno spazio
anti stress
Impegni, corse e stress sono una sorta
di comune denominatore per (quasi) ogni famiglia. Ogni giornata è
spesso una lotta contro il tempo: l'adulto avrebbe bisogno di momenti
per rilassarsi. Sarebbe sufficiente stare un attimo calmo sul divano,
leggere un libro, ascoltare un po' di musica.
Solitamente, se il genitore è
sufficientemente soddisfatto, lo è anche il bimbo. Non possiamo
pensare che il bimbo sia un mondo a sè stante: se ha intorno adulti
che sanno gestire bene il tempo e sono capaci di rilassarsi, lo sarà
di più anche lui.
Un genitore mediamente soddisfatto ha
più pazienza e un atteggiamento più coerente verso il figlio. E
tutti i bambini hanno bisogno di tempo, amore e libertà e di adulti
che hanno voglia di stare con loro.