mercoledì 29 gennaio 2014

Il Mondo Attraverso i suoi Occhi: Uno-Due Mesi

Immaginiamo per un momento che nulla di ciò che ci circonda abbia un nome o una funzione, e che pochissime cose siano collegate ad un ricordo. Un bambino percepisce gli oggetti che lo circondano e gli eventi che accadono essenzialmente sotto forma di sensazioni che questi fanno scaturire in lui. Se la mamma lo chiama "amore", lui non sa che quella parola si riferisce a lui, nè tantomeno quale sia il suo significato, non la distingue nemmeno come suono, differenziandolo per esempio da una carezza, ma coglie invece perfettamente il modo in cui quel suono "fluttua" su di lui, ne riconosce cioè la "qualità emotiva", che può tranquillizzarlo, avvolgendolo dolcemente oppure eccitarlo, ridestare il suo interesse. Anche noi adulti abbiamo la capacità di cogliere la qualità emotiva di un'esperienza, ma il più delle volte non ci facciamo caso, mentre l'attenzione di un bambino nei primi mesi è focalizzata esclusivamente su di essa.
Per un neonato, anche la distinzione fra interno ed esterno non è affatto definita: egli non è in grado di comprendere quale sensazione nasce dentro di lui (come per esempio la fame) e quale invece è scatenata da un'evento esterno. Allo stesso modo, il bambino non distingue tra sè stesso e gli altri, in particolare la mamma viene vissuta come una parte di lui, solo in un secondo momento inizierà a rendersi conto che lui e la mamma sono due persone distinte, e questo provocherà frustrazione.
Daniel Stern descrive in modo davvero affascinante il modo in cui il neonato percepisce il mondo che lo circonda, e vorrei condividere con voi un pezzo del suo libro Diario di un Bambino, in cui cerca di rendere l'idea di quello che un neonato prova quando ha fame. Credo possa essere molto utile per una neomamma avere un'idea di ciò che il suo bambino prova quando piange disperato per la fame, quando sembra addirittura che provi dolore. Per noi adulti è molto difficile immaginare che la fame possa causare una sensazione così intensa da provocare addirittura dolore, eppure per il neonato è proprio così e se consideriamo quanto detto sopra a proposito dell'impossibilità di distinguere tra interno ed esterno e di dare un significato alle sensazioni, possiamo ben immaginare quanto l'esperienza della fame sia per un neonato qualcosa di sconvolgente, qualcosa che investe il sistema nervoso del bambino come una tempesta improvvisa, portandovi il caos e provocando una temporanea disorganizzazione dell'esperienza e del comportamento.
Ma ora ecco le parole di Stern:

Una tempesta minacciosa. La luce prende un bagliore metallico. Il corteo delle nubi nel cielo si spacca. Pezzi di cielo volano in tutte le direzioni. Il vento rinforza, silenzioso. Si odono dei fruscii, ma non c'è movimento. Il vento e i suoi suoni hanno preso strade diverse. Ciascuno rincorre il compagno perduto con scatti e balzi improvvisi. Il mondo sembra disintegrarsi. Sta per succedere qualcosa. Il disagio aumenta. Si espande dal centro e si trasforma in dolore. E' al centro che la tempesta si scatena. E' nel nucleo profondo che guadagna forza, fino a trasformarsi in ondate pulsanti. Queste ondate sospingono fuori il dolore per poi ritrarlo. Il vento, i suoni e i pezzi di cielo sono risucchiati al centro. Là si ritrovano, finalmente riuniti. Solo per essere rigettati lontano e poi risucchiati di nuovo, a formare l'ondata successiva, più forte e più nera. La marea pulsante cresce fino a dominare l'intero universo. Il mondo ulula. Tutto esplode e si sparpaglia per poi riunirsi e precipitarsi all'indietro, verso quel nodo di angoscia che sembra sempre sul punto di spezzarsi, ma che non si spezza mai.

Daniel Stern, Diario di un Bambino, Oscar Saggi Mondadori.

Il sonno del bambino....dai sette mesi in poi...

Qui, ho parlato del sonno del bambino dalla nascita ai sei mesi....
Ora, parlo del seguito!

Le ore trascorse da sveglio aumentano, con la crescita del bimbo...è normale....si esplora il mondo, si ricevono continui stimoli...insomma, mamma, sono curioso! E piano piano, imparando a stare seduto prima, a gattonare poi....mi diverto a giocare!!!

Dai sette mesi circa, dunque, ho gradualmente iniziato a non favorire il suo riaddormentamento dopo la prima poppata del mattino, quindi, verso le 8...cambio e via, a giocare!!! Basta lettino....

Inizialmente, non gradiva molto...poi si è abituato. Crollava verso le 11, per fare il suo pisolino pre-pranzo...di circa mezz'ora. Giusto....

Dopo il pranzo, poi, vuoi complice la digestione, vuoi la necessità di recuperare il sonno perso al mattino, verso le 14,00...nanna di nuovo! E questa volta, abbastanza lunga...anche di un'ora e mezza, due.
Bellissimo! Utile anche per me.....per rilassarmi e per svolgere varie faccende.

Andando al nido poi (l'ho iscritto a 8 mesi), questo ritmo si è consolidato.
Sveglia prestissimo, verso le 6,30 (si lavora gente.........si lavora, purtroppo o per fortuna!), colazione, nido! Quì, dormiva dalle 10,30 alle 11,30, poi pranzava e finalmente, la adorata (e necessaria) nanna pomeridiana....in penombra ed in silenzio (per quanto sia possibile in un asilo nido...) dalle 13 alle 15,30!
Poi, talvolta un altro sonnellino verso le 18.......DORMIGLIONE!

Ora Bubu è cresciuto.....ma esclusi il sonno mattutino e quello del tardo pomeriggio, adesso che ha 15 mesi, il ritmo è praticamente lo stesso....
Levataccia alle 6,30, colazione, nido...attività varie....pranzo alle 11,45, nanna dalle 13 alle 16 (WOW).....merenda, gioco gioco gioco...cena alle 19,15 e nanna alle 21!!!

...e nanna beata fino al mattino!!!

Che altro dire?
Che per i bambini la regolarità dei ritmi è una cosa fondamentale?
Che il sonnellino pomeridiano è indispensabile all’equilibrio di ogni bambino perché serve a recuperare le energie?
Che durante il sonno si apprendono e si rielaborano le cose vissute durante la veglia? Il sonno è il cibo della mente.

L’unica accortezza valida per tutti è quella di non far addormentare il piccolo dopo le 16,00, ma fare iniziare presto il riposo, sfruttando il momento di stanchezza che il bimbo avverte subito dopo pranzo....così non si ritarda la cena e si esclude il rischio che non avverta sonno la sera...o peggio che si svegli nel cuore della notte!!!

.....fino ai 3 anni circa, per fortuna, godiamo di questa pausa anche noi genitori....poi...fisiologicamente, il bambino abbandonerà questa abitudine...per crescere crescere crescere!!!!




martedì 28 gennaio 2014

I bambini vedono. I bambini fanno.

....i bambini, fanno quello che vedono.
Cerchiamo di essere un valido esempio per i nostri figli, per i bambini che ci corcondano....per gli adulti del futuro.
Possiamo sempre migliorare ed insegnare loro un buon modo di vivere....