martedì 28 maggio 2013

Tabella di svezzamento

Faccio subito le dovute precisazioni.
Quella che segue è una tabella di svezzamento che prevede una graduale introduzione dei cibi nella dieta dei bimbi.
Origina da varie fonti: pediatra di famiglia, libri di ricette vari, amiche, consigli di zie, nonne & co.
Quindi, non è del tutto restrittiva o da seguire alla lettera...è un punto di riferimento, un promemoria...insomma, sentitevi libere di "disobbedire"!!
Io la sto seguendo e vedo che tutto procede bene...per cui, ho pensato di condividerla...

 
DA 4 MESI
Mela, pera, banana
DA 5 MESI
Patata, carota, zucchina, zucca, mais, tapioca, crema di riso, parmigiano, liofilizzato di coniglio, tacchino, pollo, olio extravergine d’oliva, brodo vegetale, prugna
DA 6 MESI
Fagiolino, sedano, cipolla, lattuga, finocchio, spinacio, costina, cavolfiore, semolino, cereali misti, pastina, biscotto, ricotta fresca, omogeneizzato di coniglio, tacchino, pollo, vitello, manzo, prosciutto cotto, formaggino
DA 7 MESI
Yogurt intero, riso micro
DA 8 MESI
Omogeneizzato di pesce (merluzzo, trota, sogliola, platessa, nasello, palombo), formaggio caprino fresco, crescenza, gelato confezionato, legumi, albicocca, pesca
DA 9 MESI
Carne e pesce lessati (anche pesce spada e salmone) o al vapore 
DA EVITARE NEL PRIMO ANNO DI VITA
Allergizzanti:
kiwi, fragola, miele, uovo, frutta secca, pomodoro, melanzana
Difficili da digerire:
uva, caco, fico, melone, anguria, castagna, carciofo, carne di maiale

venerdì 24 maggio 2013

L'angoscia di separazione nel bambino

Nel primo periodo della sua vita il neonato sperimenta stato di simbiosi con la madre, uno stato di indifferenziazione per cui madre e bambino sono, nel vero senso del termine, una cosa sola.
Soltanto verso l'ottavo mese compare quella che lo psicologo austriaco Spitz definì “ansia di separazione”. Giunto a questa età infatti, il bambino inizia a differenziare sé stesso dalla madre, a vederla quindi come una figura significativa, separata da lui. Questa fase che, per un verso, dà inizio all'esporazione e quindi, successivamente, alla conquista dell'autonomia da parte del bambino, comporta però anche la spiacevole sensazione dell'angoscia, provocata dall'allontanamento della madre. Il processo si separazione-individuazione è infatti solo al suo inizio, il bambino non ha ancora la capacità di “mentalizzare”, vale a dire la capacità di creare un'immagine mentale della madre anche nel momento in cui lei non è fisicamente presente. Questo comporta che, nel momento in cui la mamma esce dalla visuale del bambino (magari solo per spostarsi in un'altra stanza) il bambino sperimenta una sensazione di vuoto angosciante, come se la mamma fosse morta e letteralmente non esistesse più, e con lei anche la parte del bambino che le è ancora simbioticamente attaccata.
L'angoscia di separazione si manifesta con pianti inconsolabili nel momento in cui la madre si allontana, anche solo temporaneamente, dal bambino e può estendersi anche al momento del sonno, altra occasione in cui il piccolo potrebbe sperimentare un senso di abbandono, specialmente quando lo si metta a dormire in una stanza separata da quella dei genitori. E' importante in questi casi che il genitore non si mostri a sua volta angosciato dalle reazioni del bambino al suo allontanamento, ma che le viva con serenità, consapevole che sono proprie di una fase di transizione che il piccolo deve necessariamente attraversare per crescere e rendersi sempre più autonomo. Per quanto riguarda il momento del sonno, può essere utile l'introduzione di una routine, di un rituale di addormentamento che si ripeta ogni sera nello stesso modo (per esempio, leggere una favola, cantare una ninna nanna, dare il bacio della buona notte...), e che attenui la sensazione del bambino di essere abbandonato, trasmettendogli invece cura e attenzione, che gli danno sicurezza.
Utilissimo anche proporre al piccolo quello che Winnicott ha definito “oggetto transizionale”: può trattarsi di un pupazzo, di un indumento del genitore che abbia addosso il suo odore, di qualcosa cioè che possa fungere da sostituto genitoriale e possa tranquillizzare il bambino nei momenti di distacco dalla figura materna.
Da evitare invece l'utilizzo di strategie “regressive”, quali far addormentare il bambino nel lettone oppure addirittura farlo dormire tra i genitori. Se considerato, infatti, quanto precedentemente detto sul significato dell'angoscia di separazione e sul suo ruolo nella conquista dell'autonomia da parte del piccolo, è facile capire che accorgimenti di questo genere hanno l'effetto di confermare al bambino le sue paure e, conseguentemente, di rallentare o in taluni casi perfino di ostacolare il suo processo di individuazione e di crescita.
Un altro momento critico in cui il piccolo deve confrontarsi con l'ansia di separazione può essere quello dell'inserimento al nido. Anche in questo caso, è fondamentale il vissuto del genitore al riguardo; in questa fase, infatti, il bambino fa ancora molto affidamento sull'espressione emotiva del genitore per dare significato a ciò che gli accade. I bimbi hanno una capacità incredibile di leggere le emozioni sul volto o nei gesti dei genitori, anche quando questi cercano di nasconderle o perfino le negano a loro stessi. Se il bambino leggerà angoscia negli occhi del genitore, al momento del distacco, la sua ansia non potrà che essere rafforzata e l'allontanamento dal genitore diverrà molto più complicato da gestire. E' necessario staccarsi dal bambino con fiducia, e sempre consapevoli che la sua crescita dipende anche dalla capacità che noi genitori abbiamo di lasciarlo andare, di favorire un distacco sano e costruttivo.

mercoledì 22 maggio 2013

Il pannolino perfetto?

Ok, rispondo subito. Per me è il pannolino usa e getta marca Toujours, LIDL.
50 pannolini taglia 5 a 8,99 €!
'Seeeee, ma farà schifo' penserà qualcuno.
Ennò! Proprio il contrario.....morbido, ultrassorbente, aderente al punto giusto...insomma perfetto, oltre che estremamente economico!!!
Ne ho provati tanti altri, dai Pampers, ai Chicco, ai Coop (ecco, questi sono una valida alternativa...), ma lui, il pannolino Toujours, li batte tutti!!
Bubu, anche dopo tutta la notte trascorsa con lo stesso pannolino, ha sempre la pelle asciutta e rosea!

Peròòòòòòò, come la mettiamo con l'ambiente? Male, è vero.E mi dispiace parecchio! Si sa che i pannolini sono tra le cose meno biodegradabili!!!
Nei limiti del possibile, cerco di ridurne l’uso....sperando di introdurre molto presto il vasino...eh eh eh...ma ce ne vorrà ancora!!!
Prima di fare questa scelta orientata verso l'usa e getta, ho valutato anche i lavabili, che ahimé, non sono privi di impatto ambientale e problemi!
Primo (da un punto di vista della salute e dell'igiene, ho parlato con chi li usa e ho letto milioni di recensioni e commenti): sono meno traspiranti. Molto probabilmente perchè sono formati da diversi strati di stoffa. Mi spiego meglio: i tessuti, sono migliori rispetto agli usa e getta perchè sono in fibre naturali, ma una volta bagnati, si inzuppano e rimangono bagnati e umidi a contatto con la pelle, che si sa, se si inumidisce, si arrossa...
Secondo, bisogna averne tantissimi per avere sempre una quantità di cambio sicura...e lavare, lavare, lavare in continuo quelli sporchi, che non credo si possano lavare insieme agli altri abiti, in lavatrice...per cui, quanto tempo vanno lasciati lì, in "stand-by", in attesa della lavatrice a pieno carico? Perchè non è che si può lanciare un lavaggio con due pannolini dentro! E dunque, quante lavatrici devo fare? E non è che la corrente elettrica costi poco! E neppure l'acqua è gratis! Se stiamo a guardare, per il nostro amato pianeta, bisognerebbe evitare di sprecarne, no?
Ma poi, questi pannolini asciugano in fretta? Mah....d'inverno, non credo....

Sempre chi li ha usati, mi dice che anche la praticità d’uso è inferiore rispetto ai pannolini tradizionali. Innanzi tutto, spesso non trattengono bene nè l'urina nè le feci, per cui, oltre a lavare il pannolino, lavi l'intero cambio del bimbo...quindi, di nuovo, lavatrici!
Poi, le misure sono difficili da adattare al bimbo, spesso bisogna abbottonare e sbottonare un sacco di bottoncini...insomma, posso metterci 20 minuti a cambiare mio figlio!?!?!

E ancora, il costo. Sul web ho visto che più o meno costano sui 18 € caduno, esclusi accessori tipo veli raccogli feci, inserti aggiuntivi e prodotti specifici per il lavaggio.
Considerando che all'incirca si cambia un bambino ogni 3-4 ore, ne servono circa 8 al giorno....ma se non si lava e non si asciuga (soprattutto!!!!) subito, bisogna averne di scorta...quindi, diciamo che bisogna comprarne almeno una ventina!?
Per un tot di 360 € per partire...e poi, ripeto, contiamo tutte le lavatrici da fare....


Buh...alla fine io resto per gli usa e getta...certo mi dispiace davvero per l'ambiente...ma, l'alternativa convincente secondo me non è ancora stata trovata.
O forse sì? 
Ecco cosa ho scovato in rete...mi sono quasi commossa quando ho scoperto che è un'azienda italiana a produrli!!
Me li studio bene, magari li provo e poi vi racconto!!

martedì 14 maggio 2013

Paracolpi: un'idea carinissima!!!

Un simpatico e particolare paracolpi da assemblare!
Pratico, economico, coloratissimo!!!!
Io la trovo un'idea molto carina!
Ecco dove trovarli:

http://www.kiabi.it/paracolpi-cuscini-da-assemblare-neonato-bebe_P263511#C263506

http://www.kiabi.it/paracolpi-cuscini-da-assemblare-neonata-bebe_P263517#C263512

Clicca sul colore per vedere tutti i modelli! 

Ce ne sono tante varianti, adatte a tutte le camerette....soprattutto, possono essere un'ottima alternativa quando bisogna fare il cambio del paracolpi per lavarlo....


La psicologa entra nel blog!

Con immenso piacere, entra a far parte del blog la Dottoressa Flavia Pochettino, psicologa psicoterapeuta (iscrizione all'albo degli psicologi del Piemonte n°4555 del 06/03/06), laureata in psicologia clinica e di comunità.
Amica ed ex compagna di scuola della sottoscritta, mamma di tre bellissime bambine, ha accettato di collaborare con me sul blog, a questo progetto nato a sostegno di tutte le mamme che vi partecipano, alle donne che ancora non sono madri, alle mamme "adulte", insomma a sostegno della comunità che speriamo si crei presto intorno a questo blog!
Non sappiamo ancora con precisione quale forma assumerà la sua collaborazione (se saltuaria, periodica, sottoforma di "rubrica", ecc..), ma di certo tutte possiamo contare sulla sua professionalità, sulla sua esperienza, sulla sua presenza....interverrà nei vari post o su esplicita richiesta di noi mamme...poi da cosa nasce cosa come si dice, e vedremo!!

Qualche cenno per conoscerla meglio:

La Dottoressa Pochettino ha alle spalle un prezioso tirocinio pratico post lauream presso l'azienda ospedaliera O.I.R.M. Sant'Anna di Torino, durante il quale si è occupata di tematiche inerenti la gravidanza, il parto, il puerperio, la diagnosi prenatale, la fecondazione assistita

Ha inoltre collaborato in qualità di specializzanda con il Servizio di Psicologia dell'asl TO5, sede di Moncalieri, all'interno del progetto adulti.
Oggi riceve nel suo studio privato, a Chieri in provincia di Torino, dove svolge sedute su appuntamento e si occupa di varie problematiche psicologiche, tra le quali depressione, disturbi d'ansia e problematiche legate alla genitorialità o alla maternità.
Dal 2008 collabora in qualità di consulente con l'Associazione Il Mondo dei Gemelli, fornendo uno spazio di ascolto e supporto all'interno del forum dell'associazione, che si occupa di informare e sostenere i genitori di gemelli.
Dal 2005 al 2009 ha frequentato la Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica (S.P.P.), ed ha conseguito a marzo 2010 la specializzazione in psicoterapia psicoanalitica dell'adulto ed il conseguente titolo di psicoterapeuta psicoanalitico dell'adulto.


venerdì 10 maggio 2013

Relax per il baby

Ecco un ottimo canale youtube per fare rilassare i bimbi!

http://www.youtube.com/user/babyrelaxchannel

Bettesimo: scelta libera

Poiché non siamo cattolici praticanti, io e mio marito non consideriamo il battesimo una nostra priorità né tantomeno pensiamo possa essere la priorità di un bambino di pochi mesi che ancora non è in grado di capire e di scegliere per se stesso.
Io non mi definisco atea perchè credo che Dio esista, ma non credo nei principi della religione cattolica, che per troppe cose considero distante dai tempi in cui viviamo e dall'umanità di oggi, incoerente, troppo rigida e controllante.
Mio marito, invece, è ateo.

Ciononostante, ci siamo sposati in chiesa quasi 4 anni fa, soprattutto per scelta mia. Credevo che in quel modo avremmo reso più felici le nostre famiglie e pensavo - sbagliando - che avrebbe avuto una dimensione più festosa e memorabile farlo così. A posteriori, mi sono pentita di non aver seguito fino in fondo le mie idee, di non essere stata coerente con me stessa, di essermi fatta "condizionare" da questi pensieri...se devo dirla tutta, sposarci in chiesa non ha aggiunto nulla di che al nostro giorno, al nostro intento profondo, al nostro sentire interiore. Anzi, la funzione è stata noiosissima.

Ora siamo noi a scegliere per nostro figlio, a cercare di dargli la migliore educazione possibile, educazione che comprende tanti principi, tra cui la libertà.
Il nostro obbiettivo è infatti lasciarlo libero di crescere e di farsi le sue opinioni, di sviluppare un senso critico ed etico individuale sin da subito...Certo, cercheremo di insegnargli e di trasmettergli il meglio di noi, di ciò che abbiamo imparato e di ciò che impareremo insieme a lui...soprattutto, lo educheremo all'amore ed al rispetto per tutti e tutto, al di là di un dogma religioso che impartisce regole dall'alto...
Se vorrà, quindi, nel momento in cui scoprirà e soprattutto capirà la religione, potrà scegliere che cosa fare.
La fede, con tutte le sue conseguenze, è una scelta libera, personale e consapevole del credente, dell'individuo e non dei genitori.

E' giusto che ognuno pensi e creda in ciò che vuole, ovviamente, e proprio per questo vorremmo che fosse rispettata la nostra scelta adesso ed in futuro. Non faremo un'altra volta una scelta per compiacere il volere o il desiderio di qualcun altro. Finchè a risponderne eravamo noi in prima persona, nessun problema, eravamo coscienti di ciò che facevamo, ma per il piccolo non succederà.
Mi dispiace se questa scelta farà stare male qualche membro fedelissimo della famiglia...anche se personalmente credo che ci siano cose ben più gravi per cui dolersi in confronto ad un battesimo che per quanto ne sappiamo, non è detto che non avverrà in futuro, un giorno...e mi dispiace sentire dire da un nonno che vorrebbe "più bene" al nipotino se fosse battezzato. Suona un po' come un ricatto...una condizione vincolante, no?

Dal momento che credo che alla base della qualità della vita di un essere umano risiedano la cultura e la libertà di pensiero, non farò e con me anche mio marito, quindi non faremo mai nulla che in qualche modo possa precludere al nostro bimbo di conoscere la vita in tutti i suoi aspetti...religione compresa quindi.
Ne sentirà parlare a scuola, si confronterà con bambini di religione, colore e lingua diversi, farà parte di una società multicolore e multietnica perchè stiamo andando verso questo e quindi, avrà moltissime fonti cui attingere e se, come sembra già essere, sarà curioso, vorrà sapere tutti i "perchè" ed i "come mai" del mondo e nulla e nessuno gli vieterà di accostarsi alla religione, se vorrà farlo. Libertà è libertà in tutti i sensi, non soltanto nel senso che piace a noi!
Non attueremo nessuna forma di chiusura, condizionamento, proibizionismo...ma la religione, la spiritualità e la fede sono cose da adulti, non da bambini...che restano le creature più innocenti, smaliziate, aperte e meravigliose che esistano, bianchi o neri che siano, battezzati o no che siano.
I bambini non etichettano, non giudicano e non vedono differenze. Si accostano gli uni agli altri con curiosità ed apertura...non sanno che cosa siano le differenze e  questo è ciò che cercheremo di portare avanti il più possibile con nostro figlio.

giovedì 9 maggio 2013

Ho sonno ma non dormo!!

Il sonno non è un momento semplice per un bambino. Sembra incredibile, ma è così. 
Non è capace, come noi adulti, di mettersi comodo, chiudere gli occhi e dormire.
Ha bisogno di essere "accompagnato da Morfeo".
Sin da quando sono piccini, i bambini collegano al sonno alcune paure o insicurezze: quella dell’abbandono, della solitudine, della morte, dei mostri, del buio ecc...
Ciononostante, credo che dare l'abitudine al piccolo di dormire nel lettone, crei, al contrario dipendenza e alimenti proprio quelle paure...

Bisogna aiutare il bimbo a trovare le sue sicurezze man mano che cresce...a rendersi indipendente e forte...certo, con le dovute accortezze: dedicargli un po’ di tempo tenendolo tra le braccia prima della nanna per farlo rilassare; parlargli dolcemente o ascoltarlo mentre è nel suo letto; fargli le coccole; raccontargli una fiaba...sono cose che lo aiutano a sentirsi meno fragile, credo. 

Il sonno serve a recuperare le energie spese durante la giornata e favorisce lo sviluppo neuropsicologico del bambino...per questo cerco di renderlo un momento rilassante e lo interrompo di rado, solo se è necessario (quindi, non lo sveglio per mangiare nè per cambiarlo...)


A volte il pupo è stanco ma non addormentandosi ancora da solo, quando non ne può più inizia a frignare e poi passa al pianto vero e proprio.
Sta a noi genitori, quindi, cogliere i primi segni di stanchezza!
Difficilmente un bimbo piccolo sta sveglio più di 3 ore senza sonnellino rigeneratore! Inizierà a sbadigliare, a frignare come una "sirena" noiosa, a toccarsi le orecchie, a strofinarsi gli occhi...a questo punto è bene cercare di farlo dormire...

Come?!

Personalmente, non condivido il metodo che suggerisce di lasciar piangere il bambino (Eduard Estivill) perchè un bimbo, con il pianto esprime un proprio disagio che non andrebbe mai ignorato...abbandonandolo alla sua disperazione, si ottiene soltanto ciò che lui teme di più: la solitudine e la certezza che non c’è nessuno capace di aiutarlo...
Sicuramente da evitare sono i farmaci (Nopron) oggi tanto di moda poichè agiscono direttamente su un sistema nervoso ancora in corso di maturazione!
L’addormentamento in braccio, inevitabile nei primi mesi, può diventare un problema nei mesi successivi...un vizietto "pesante" per la schiena di mamma e papà e comunque...un vizietto!
Verso i 5-6 mesi si può azzardare ad addormentare direttamente il piccolo nel lettino, magari rimanendo lì vicino, accarezzandolo o tenendogli la mano, facendo cioè qualcosa che lo rassicuri e che non lo faccia sentire solo.
Io sono in questa fase...per ora il piccolo prende ancora un biberon la sera e si addormenta ciucciando...quindi, non ho problemi di addormentamento, lo tengo un po' su per farlo digerire, per un momento specialissimo di amore e coccole e poi, lettino!

Un grande pediatra come Berry Brazelton si è domandato se la nostra cultura non sia troppo esigente quando chiede ad un bambino piccolo di imparare a dormire da solo, e magari anche in un'altra stanza.
Talvolta sorge questo dubbio anche a me.
Inconsapevolmente, ho attuato con il mio baby il metodo proposto da Tracy Hogg: EASY, acronimo di Eat (mangia), Activity (attività), Sleep (dormire), You (tu)...ed effettivamente, mi pare che seguendo questa routine nell'arco della giornata, il piccolo si senta sicuro e tranquillo...come se fosse contento, appagato dal fatto che qualcuno comprenda i suoi bisogni, che li preveda.

lunedì 6 maggio 2013

Ad occhi chiusi

Guardo mio figlio dormire (mio figlio! talvolta mi sembra ancora incredibile d'aver messo al mondo un essere umano...) e piango.
Piango sensazioni forti, poche lacrime che oltrepassano a malapena gli argini degli occhi, dense di pensieri e sentimenti.
Non si può spiegare quell'amore di sangue di cui usavano raccontare i greci, ma si può sentire, vivere, percepire sotto la pelle.
Ebbene é la pulsione vitale, é lo scindersi delle molecole, é l'emozione che scuote le viscere, a smuovere questo amore ancestrale, questo amore carnale, questo amore arcaico ed istintivo capace di pizzicare corde invisibili dentro al cuore.
Mentre lui dorme e sogna ad occhi chiusi il mondo che sarà, io mi beo di questa gioia quasi dolorosa, di questo legame eterno che sconvolge la vita e la rende degna del suo nome.
È una tempesta spettacolare, in parte distruttiva, ma portatrice di una forza rigeneratrice così prolifica da sovrastare tutto.
Così, anche io, ad occhi chiusi, mi abbandono al destino che ho scelto e comprendo che in alcuni momenti dell'esistenza, ci si conosce di più e ci si riscopre di più stando in silenzio al buio.


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