martedì 20 settembre 2016

Provare per credere

Una mamma conosce da vicino, profondamente e carnalmente la rigidità delle sponde del lettino. E la conoscono pure la sua fronte, ormai ergonomica al bordo stondato cui si appoggia/comprime per ore e le sue braccia, esangui dal gomito in giù, quando Creatura vuole manina. 
Una mamma intrattiene spesso un rapporto conflittuale con l'ovetto. Pratico, sì, se non fosse per quei lividi che le procura lungo le gambe quando lo deve trasportare, che neanche a Sparta ne avevano di così variopinti. 
Una mamma di solito ha mal di schiena e non solo per colpa dei due ordigni di cui sopra, lettino e ovetto, ma soprattutto perché Creatura è da cullare, in braccio, sul cuore, con tempo che va dall'allegro, all'andante all'adagio. Un valzer che sconfina a tratti nella mazurca, scandito non tanto dalla resistenza delle ginocchia, dei bicipiti e dalle vertebre, ma dalla vivacità di Creatura. 
Una mamma è sempre a tiro per inzaccherarsi di pappe e/o rigurgiti e/o cacca-pipì, non ha conversazioni lineari, non legge, non mangia un pasto senza doversi interrompere e poi strafogarsi quella pasta che sembra colla e quell'insalata che sembra un agglomerato di alghe. 
Dorme a macchia di leopardo, ha gli occhi stanchi, i capelli arruffati, l'orecchio bionico capace di captare i rumori più lievi ed un termometro incorporato all'angolo della bocca, strumenti questi, che prevedono con precisione balistica, la prossima sfiga che le piomberà sul collo. 
Con un piede culla, con l'altro si regge e con le braccia cucina-stira-stende. 
Quando Creatura cresce è un continuo raccogliere e riordinare giocattoli, cambiare mutande, lavare bavaglini, cercare ciucci, scarpe e diavolerie varie.
Una mamma dice sempre "arrivo - sono qui - dimmi - che c'è - dammi la mano - attenzione alle macchine - aspetta un momento - ti vengo a prendere stasera"...e di fatto, non sa cosa sia il relax. Non lo sa più.
Se si concede uno svago, (spesa, doccia e lavoro non valgono) non si svaga, per niente. Un po' sta in ansia e un po' sta in bestia, perché Creatura è con qualcuno cui bisognerà dire nella migliore delle ipotesi "grazie grazie grazie grazie grazie grazie" e, nella peggiore, "non preoccuparti, poteva succedere anche a me" (maneancheperilcazzo). 
Viva gli asili per questa ed altre ragioni.  
Ma tornando all'isolato svago, lei se lo concede: lo fa per illudersi di aver ancora un'individualità ben distinta. Per intravedere una vita simile a quella che aveva "prima" e a quella che vorrebbe "poi".
Questo per i primi 3 anni di Creatura. 
In fondo, passano in fretta...




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