mercoledì 5 giugno 2013

Allattamento...un grande caos!

Con il mio piccolino, ho fatto sin dall'inizio un allattamento misto.
Orrore! penserà qualcuno...per me, invece, alla fine, è stato un bene. Dico alla fine perché durante le prime settimane, vivevo questa situazione con un frustrante sentimento di vergogna ed inferiorità...poi, grazie a Dio (o a chi per Esso) mi son ripresa e sono uscita dal tunnel delle persecuzioni...

Procedo con ordine.

Alla nascita, il piccolo orsettino aveva tanta voglia di coccole e di sbirciare il mondo...e non troppa voglia di tetta! Quando gli offrivo il seno, sulle prime rimaneva perplesso, poi cercava di succhiare perchè comunque la fame c'era, ma non ci riusciva...ripiegava il labbro inferiore all'interno, facendo beccuccio e non si attaccava al seno (non al capezzolo, eh, al seno...perchè ciucciare il capezzolo, non significa prendere il colostro - primo latte - e nutrirsi, capito? Voi, ragazze incinte...avete già impattato contro questo concetto? Sìììì, sono sicura di sì, perchè è talmente intenso il martellamento che si sa da subito...che cosa significhi nel concreto non lo si comprende fino a quando non ci si trova col il pargoletto tra la braccia però...)
Ecco, faccio un inciso...è così pressante il discorso sull'allattamento che ancora una gestante non è uscita dal I trimestre che già pensa a come andrà l'allattamento...almeno, per me è stato così...e forse per questo motivo non è partito con il piede giusto...la solita vecchia ansia...mah? Chi può dirlo...

Comunque, io, inesperta come tutte le madri con il loro primo figlio, proponevo il mio seno al piccolo come mi veniva spontaneo fare...avvicinavo il suo visino a me, e cercavo di fargli entrare il capezzolo in bocca...ma lui, ahimè, non tirava...e le ostetriche/puericultrici dell'ospedale, a turno, cercavano di aiutarmi nell'operazione. Chi più delicatamente, chi più duramente, chi violentemente...sì, violentemente, esatto. Io lì, sul letto a zizze de fora, il piccolo sdraiato su un lato e una manona che strizzava il mio capezzolo e un'altra che prendeva il piccolo per la nuca e cercava di fargli spalancare la bocca in corrispondenza del mio seno che a sua volta, se avesse potuto dotarsi di vita propria, sarebbe scappato a gambe levate piuttosto che farsi bistrattare ancora così a lungo...insomma, che palle, niente.

Primo disappunto: va bene che in osepdale ci sono i turni, e che le persone ovviamente non possono starti vicino 24 h su 24, ma il METODO, il SISTEMA con cui si accostano alle puerpere, non potrebbe essere lo stesso? Ogni infermiera, puericultirce ed ostetrica che si è accostata a noi lo faceva con un metodo, una posizione, un approccio completamente diverso dalle altre! Giusto per non alimentare la confusione di default con cui si rapporta una mamma alle prime armi....

Dato lo scarso anzi il nullo successo dei tentativi delle prime ore, arrivò quindi sul mio comodino la macchina tiralatte.
Punf-punf punf-punf....tira tira tira, ogni tre ore, per non perdere il colostro, liquido miracoloso (vero!!!!) e fonte di vita...figuriamoci, avrei fatto di tutto per conservarlo...è ovvio! E così ho fatto, nonostante il sonno, nonostante lo sconforto ecc....

Prassi: chiamare la nursery con tono di fantozziana maniera "Sì, sono quella della stanza 8, letto A...qualcuno può venire ad aiutarmi ad attaccare il piccolo, per favore?"
Tirare su il mio cucciolino, provare a farlo attaccare e nada...nel frattempo arrivava la ragazza/signora di turno e prova, prova, briga, fai...posizione così, posizione cosà, strizza a destra, strizza a sinistra...e sempre nada.
Ok, tettarella e poppatoio e via...lui mangiava e non appena si riaddormentava, l'unica cosa da fare era riattaccare il punf-punf punf-punf....per stimolare la montata lattea.
Riposo pochissimo, nervosismo, senso di inadeguatezza e la sensazione di essere incompleta perchè non riuscivo a mettere in atto una delle cose più naturali del mondo.

Stesso copione per tutti i 4 gg in cui sono stata in ospedale con un intermezzo spettacolare. La mitica frase di un'infermiera che ha mandato a pallino il mio già precarissimo equilibrio: "Ci credo che non si attacca...con quel capezzolo lì!"
PERCHE'??? COSA CAVOLO HA IL MIO CAPEZZOLO CHE NON VA????
"Ehhhh non è sporgente....gli scivola via dalle labbra...."
Uuuuh che botta, che volo lungo il precipizio dello sconforto...dell'incapacità....
Tutto era nuovo, intenso, forte...ero stanca come un mulo, un po' anche dolorante....gli ormoni erano impazziti e l'umore di conseguenza era veramente seduto su un'altalena che oscillava velocissimamente.....e mi sento dire che il mio bimbo non riesce a nutrirsi naturalmente per COLPA del mio capezzolo?!?!
Una serata tremenda quella...da dimenticare. Per fortuna c'erano mio marito a tenermi compagnia e la mia compagna di stanza, messa più o meno come me (al secondo figlio però....quindi se possibile, ancora più sconfortata! Mi diceva "passi col primo che non si ingrani subito, ma col secondo no...allora sono proprio io che non vado!" In poche parole, due piagnistei silenziosi, ognuna sul proprio letto....)

E come non ricordare che tutti, prima ancora che dirti ciao, apparivano con lo stesso sguardo interrogativo sulla soglia della camera in ospedale, prima, e sulla soglia della porta di casa, poi, chiedendomi: "Si è attaccato? Sei riuscita?"
"NOOOOOOOOOOOO, porca putt..., NOOOOOOO", avrei voluto urlare ed invece ripiegavo su un mesto "NO, non ancora...." cercando di trovare una speranza, una visione ottimista della vita...
"Ah." Pausa. "Ma sì, dai...tu continua a tirare e a provare e prima poi lui impara..." (lui, perchè io non avrei imparato mai...)
Io quella fiducia nelle nostre (mie e del piccolo) capacità non ce l'avevo....e questo, è senz'altro stato il vero "problema", ma per come stavano andando avanti le cose, ormai mi vedevo vagare per le vie della città, con lo sguardo perso nel vuoto, marchiata dalla scritta rossa LA (latte artificiale) cucita bene in vista sul petto!!
In realtà, nonostante lo scarso ottimismo, non ho mollato e come mi avevano consigliato, sono tornata all'ospedale, per chiedere un consulto, un appoggio, sull'allattamento...visto che offrivano questo servizio per le neo-mamme.
Entro in sala, con il piccolono nella carrozzina e una cretina mi chiede per quale motivo fossi lì.
"Perchè non riesco ad attaccare il bimbo al seno...", come già avevo detto al telefono, quando presi l'appuntamento. Giusto perchè doverlo ribadire ogni 5 minuti mi infastidiva leggermente....
"E ma tu devi provare!"
MA DAI??? DAVVERO??? FINORA HO PRESO IL SOLE IN GIARDINO E DORMITO SERENAMENTE TUTTE LE NOTTI SAI, IDIOTA DEFICIENTE?
Sono rimasta lì, per mezz'ora a fare sempre le stesse manovre fallimentari che già avevamo fatto quando ero ricoverata....e non ci sono mai più tornata. Vaffanculo.
Ho chiamato un'ostetrica a pagamento, a casa, e nell'arco di due giornate, è riuscita innanzi tutto a calmarmi e a rasserenarmi dicendomi "Il tuo seno va benissimo, è solo inesperto...come te..." e poi ad attaccare il mio cucciolo con dolcezza.
Cos'ha fatto?! Gli ha semplicemente tirato in giù il labbro inferiore...creando una bella bocca a paperotto che presto si è trasformata in ventosa. Nessuno l'aveva mai fatto....

Il mio seno però non era stato stimolato per quasi 12 giorni dalla sua bocca, ma solo dalla tiralatte...e quindi, molto presto sono comparse le ragadi, anche perchè all'inizio il piccolo si attaccava bene solo se avevo il paracapezzolo, che gli ricordava il biberon ma che favorisce un po' l'insorgere di piccole ferite...
Che gioia!!
Al di là di questo, però, ero felice davvero del fatto che finalmente Bubu si attaccasse a me...mi sentivo meno incapace!

MAAAAAAAAAAAA, essendoci uno "sfasamento" di 12 gg circa tra la mia produzione di latte ed il fabbisogno del piccolo, man mano che cresceva non gli bastava ciò che assumeva da me ed inoltre, era abbastanza pigro, si addormentava poppando e quindi non mi stimolava a sufficienza...
Non è mai arrivata la fatidica montata lattea...

A questo punto, ho provato un po' di tutto per aumentare la produzione di latte.
Tisane varie al finocchio, alla galega, al cardo mariano;
L'assunzione di domperidone (qui la spiegazione del rapporto tra il farmaco e l'aumento del latte materno)...che sebbene non mi abbia mai convinta più di tanto....l'ho comunque preso....;
L'utilizzo del DAS (dispositivo di allattamento supplementare) della Medela, prodotto che NESSUNO o quasi conosce e propone alle mamme con poco latte...è un po' complicato da usare le prime volte, ma è un sistema fantastico per stimolare il capezzolo e vivere il contatto fisico col bebè anche se si utilizza latte artificiale (all'ospedale ovviamente, non sapevano nemmeno che cosa fosse!!!!!);
Attaccare il bambino a più non posso.

Risultato? Il latte non bastava lo stesso.
Quindi, visto che non me la sono sentita di tenere il cucciolo attaccato per ore, oppure ogni ora e mezza, dandogli piccoli pasti frammentati e poco appaganti...e poco sazianti...ho optato per l'allattamento misto.
Lo attaccavo, e poi gli davo un'aggiunta di artificiale...sapevo che da me prendeva più o meno un tot (ciò che prima che si attaccasse gli davo con biberon) e aggiungevo ciò che mancava...Lui gradiva. Alla fine aveva le coccole (e con esse il mio latte) e si riempiva.
Provvidenziale la frase che mi disse la mia psicologa quando le portai a vedere e a conoscere il bambino. "L'allattamento deve essere gratificante per il piccolo...non solo per la mamma..." Gratificante è stata la parola che ha fatto scattare il clic nella mia mente...
E' vero, cavolo, è vero, che palle dev'essere avere soltanto dei piccoli assaggi!
Come fa un bimbo a stare tranquillo se ha sempre fame, se deve alimentarsi con un'infinita serie di contentini, di piccole dosi...ecco perchè, secondo me, alcuni bimbi piangono sempre, non dormono, sono sempre nervosi....Vivono costantemente con il senso della fame!!!
E poi, altra frase, della pediatra questa volta, che mi ha aperto un po' gli occhi "L'allattamento è innanzi tutto nutrizione, alimentazione....poi, certo, è anche contatto, coccole ecc...ma prima di tutto è ciò con cui MANGIA il piccolo...Lei starebbe seduta a tavola per ore? Oppure farebbe 10 pasti in un giorno?"

Grazie a queste due frasi, finalmente, mi sono liberata della paura del giudizio, me ne sono fregata di ciò che potesse pensare la gente e mi sono detta che sopra ogni cosa ci stava il benessere del bambino, la sua serenità, la sua soddisfazione...che, cosa molto importante, nel mio caso (come credo in tutti), sono aspetti che dipendono anche dallo stato di salute e serenità della madre.
Quando cercavo di allattarlo esclusivamente al seno, sicuramente Bubu ha percepito la mia ansia, la mia paura, il mio sconforto, il mio stress, la mia stanchezza...dopo, avrà percepito tutt'altro. Ero serena, vivevo quei 20 minuti di poppata molto bene e sapevo che non sarebbe stato con l'acquolina fino alla prossima grazie all'integrazione di latte artificiale...

La mia non è una campagna contro l'allattamento al seno, ci mancherebbe! E' sicuramente il migliore alimento che ci sia.
Semplicemente non trovo giusto, d'altro canto, demonizzare l'allattamento artificiale, o comunque connotarlo come un qualcosa che racchiuda meno "amore" in sè...
Anche un allattamento col biberon o come dicevo prima, con il DAS, permette di vivere un momento intimo, di contatto e vicinanza. Non fermiamoci davanti alle etichette troppo rigorose e statiche.
E soprattutto, forse sarebbe bene ricordare che non sempre ciò che ci sembra l'ideale lo è davvero...allattare al seno, come no, deve essere un'esperienza appagante per il bimbo e per la mamma...o si riesce, secondo me, ad avere la giusta quantità di latte per fornire delle poppate che siano degne di questo nome, oppure forse è meglio appoggiarsi umilmente all'artificiale...integrare.
In realtà credo che nell'arco di una giornata, avrei potuto allattare esclusivamente il mio piccolo...facendo magari 10-12 poppate, la quantità di latte necessaria probabilmente sarei riuscita ad ottenerla...ma non mi è mai andata troppo a genio l'idea di farlo mangiare così frequentemente ed ho preferito scegliere per la mia e sua serenità.
Non so se sia un caso, ma tra le varie amiche mamme che ho, tutte quelle che avevano una quantità "risicata" di latte hanno passato i primi 6 mesi di vita del bambino a non dormire, a tette sempre di fuori (anche ogni ora....gulp!!), a tenerlo nel letto la notte, a non potersi allontanare neanche per un'ora da casa, ad impazzire nel momento in cui il piccolo doveva prendere il biberon...
Ecco, per me tutte queste situazioni sarebbero state negative.

In bocca al lupo mammine...vivete serene, non allineatevi ad un pensare comune, ma agite secondo il vostro sentire e non sbaglierete!
Che ne pensate?
E chissà che cosa ne pensa la nostra psicologa!

3 commenti:

  1. Cara Cristina, grazie pet aver condiviso la tua esperienza,anche se delicata e faticosa...sono pienamente d'accordo con quello che scrivi, sia come mamma che come psicologa. L'allattamento può essere una magnifica occasione per creare un legame profondo e intimo col bambino e tutti sappiamo quanto sia prezioso e quante virtù possieda il latte materno; quello che si tende a non dire invece è che per alcune mamme l'allattamento al seno può trasformarsi in un vero incubo. Ultimamente la corrente di pensiero dominante è quella dell'allattamento a richiesta e "ad ogni costo", pensiero che conduce purtroppo tante mamme, nel momento in cui si presentano dei problemi, a sentirsi inadeguate, incapaci di adempiere ad un compito "naturale", per cui tutte noi dovremmo essere progettate. La verità però è che ogni coppia mamma-bambino è a sè e anche per l'allattamento, è necessaria una sibtonizzazione che non necessariamente è immediata. Sono profondamente contraria a questo modo di pensare dilagante per cui la mamma debba sacrificarsi conpletamente alle esigenze del bambino per poter essere considerata all'altezza de suo ruolo. Ciò di cui il piccolo ha bisogno è prima di tutto la vicinanza rasserenante della sua mamma: quanto può essere serena e comunicare sicurezza una mamma che si trova di colpo a non avere più un minuto per sè, a dover essere sempre a disposizione, fisicamente e mentalmente, del bambino, a sentirsi mancante e difettosa perchè non riesce a rispecchiare lo stereotipo di madre perfetta che continuamente ci viene proposto? Sapete cosa vi dico? La mamma perfetta non esiste! E grazie al cielo!Sono anche i nostri limiti e le nostre fragilità a renderci unici, e anche per i nostri figli è un insegnamento prezioso quello per cui non dobbiamo negare o vergognarci dei nostri limiti, ma imparare a convivere con essi, in qualche modo anche a "volergli bene" perchè contribuiscono a renderci quello che siamo.
    Mi unisco quindi all'appello finale di Cristina: mamme, non è facile non dare importanza a quello che ci viene detto dall'esterno, ai messaggi svalutanti dispensati a volte proprio da quelle persone che dovrebbero accompagnare il delicato evento della nascita (non solo del bambino, ma anche della mamma); ricordate però sempre che la cosa più importante (eh,sì, anche più importante del latte materno!) è che riusciate a creare col vostro piccolo un legame profondo, nel quale possa sentirsi sicuro e protetto. Che questo avvenga allattandolo al seno oppure dandogli un biberon mentre lo tenete tra le vostre braccia, poco importa.

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  2. Infatti, un po' per come si sono impostate le cose con il mio bimbo sin da subito ed un po' per filosofia, questo allattamento a richiesta e "ad ogni costo" come lo chiami tu, tanto di moda, a me non è mai piaciuto.
    La maternità vissuta in modo così totalizzante per la donna mi sembra un'estremizzazione poco salutare.
    Mi sbilancio. Mi sembra addirittura un modo per trasformare la mamma in una vittima sacrificale, in una donna che perde la propria individualità appena diventa madre ed il bambino in un egocentrico cui non si possa sin dall'inizio mai dire di no o dare delle "regole".
    "Non avere più un minuto per sè, essere sempre a disposizione, fisicamente e mentalmente, del bambino", come scrivi, è proprio ciò che secondo me fa diventare i bambini degli egocentrici, dei viziati...dei narcisisti.

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  3. Credo che, come in ogni cosa, sia necessario trovare un equilibrio, un compromesso in cui sia la mamma che il bambino possano trovare serenità. Il discorso dei limiti e delle regole,poi, è un altro tema importantissimo che magari tratteremi più ampiamente in un secondo momento e al quale i genitori spesso non adempiono come dovrebbero.

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