mercoledì 4 dicembre 2013

Strutture ospedaliere a misura di mamma....e donna

Premiate dall'Osservatorio nazionale della salute della donna, con rassicuranti bollini rosa, 230 strutture italiane.

Dove partorire?
Dove farsi operare?
Queste le sedi ospedaliere dedicate alla maternità ed alle principali patologie femminili...con il sostegno di particolari percorsi diagnostici, terapeutici, assistenziali.


Come sempre, vi invito a spargere la voce....è importante sapere a chi affidarsi!

Fonte, Repubblica.it

giovedì 28 novembre 2013

Nella stanza delle Meraviglie......

Si chiama Chiara, la mia amica. (Orgoglio orgolio!)
Ha talento da vendere e creatività in esubero.

Fin da bambina dimostra una spiccata propensione per il disegno, che con il passare degli anni si trasforma in passione e professione a tempo pieno.
E' nata e vive in provincia di Torino. Studia e si forma all'Istituto Europeo di Design e dopo un po' di gavetta, inizia a pubblicare con diverse case editrici italiane le sue illustrazioni per l'infanzia.
In breve tempo ottiene vari riconoscimenti in concorsi di illustrazione nazionali ed internazionali e parallelamente, sviluppa la sua ricerca in ambito pittorico.
L'espressione creativa, intesa come strumento attraverso il quale esprimere emozioni e stati d’animo, è per lei il pane quotidiano.
Si diletta nella decorazione di oggetti d'arredamento, nell'esplorare varie tecniche pittoriche, ma ciò che fa di lei un'artista a tutto tondo è la pittura murale!


Di fronte al suo stile naïf, qualsiasi tappezzeria, qualsiasi decorazione adesiva, qualsiasi stencil...perde efficacia e credibilità!
Le camerette dei bimbi si trasformano in un mondo incantato, fiabesco, in cui i gatti guidano la macchina e gli orsi pilotano aerei, in cui l'arcobaleno si tuffa nelle casette imbottite e "gommose" passando dalla fienstra....




Ogni mattina ed ogni sera, io, mio marito e nostro figlio salutiamo tutti i personaggi che popolano la sua cameretta...per dar loro il buongiorno e la buona notte...e questo aggiunge un tocco di famigliarità e di ritualità che ai bambini piace....

Quando vedo mio figlio ossrervare nel particolare ciò che vede intorno a sé, o cercare di capire come mai gli animaletti non si staccano da muro e non fanno come gli altri suoi pupazzi, sorrido e penso a quanto sia bello nutrire dentro di sè la spensieratezza e la meraviglia.







Attraverso la leggerezza e la giocosità dei suoi disegni, Chiara, mi ha insegnato che non bisognerebbe mai trascurare il bambino che è in noi, e che, anzi, dovremmo sempre nutrire e dare retta anche alla nostra componente fanciullesca.


Decorare la cameretta del nostro bimbo è stata una splendida opportunità per tornare a vivere per qualche istante nel meraviglioso mondo delle favole, del magico, dell'inverosimile per noi genitori....e per mio figlio, è sicuramente uno stimolo alla fantasia, alla creatività, all'immaginare un mondo diverso! Non finisce mai di scoprire nuovi colori e nuovi dettagli e questo, secondo me, è fantastico.

Non vorreste anche per il vostro bimbo un angolo di stupore così?

Potete visionare alcuni dei lavori di Chiara sul suo sito personale www.chiaragobbo.com e sui suoi blog chiaragobbo.blogspot.com (progetti editoriali), chiaragobbo2.blospot.com (di tutto un pò...), chiaragobbokiki.blogspot.com (decorazioni mobili e oggetti vari...).




lunedì 11 novembre 2013

I diritti dei bambini

I DIRITTI NATURALI DI BIMBI E BIMBE


1

IL DIRITTO ALL'OZIO
 a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti

2
 IL DIRITTO A SPORCARSI
 a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti

3
IL DIRITTO AGLI ODORI
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura

4
IL DIRITTO AL DIALOGO
ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare

5
IL DIRITTO ALL'USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare,
incollare, plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco

6
IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura

7
IL DIRITTO ALLA STRADA
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade

8
IL DIRITTO AL SELVAGGIO
 a costruire un rifugio-gioco nei boschetti,
ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi

9
 IL DIRITTO AL SILENZIO
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua

10
IL DIRITTO ALLE SFUMATURE
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle

lunedì 28 ottobre 2013

Corsi introduttivi all'uso del PC e del Web

Per le mamme (e non solo) di Torino e dintorni...
Può essere un'ottima opportunità per le mamme in dolce attesa...per tenersi impegnate ed accrescere le loro conoscenze!!!

  • Sei stufo di non sapere scrivere un documento di testo? 
  • Vorresti inviare un e-mail, ma non sai che pesci pigliare? 
  • Sei una nonna stanca di non riuscire a scaricare la macchina fotografica e quindi di non riuscire a vedere milioni di volte le foto del tuo nipotino sullo sfondo del pc di casa?
  • Vorresti farti due chiacchiere con quel tuo amico residente in Australia, ma non osi dire a nessuno che non riesci a capire come sia possibile farlo utilizzando un computer?
  • Ti piacerebbe tanto consultare quel blog di cucina, ma non sai come fare?
  • Credi di non essere poi così vecchio, ma ti senti lontano anni luce dal modo di vivere di oggi?


Se ti riconosci in almeno uno di questi casi o se leggendo questo testo hai pensato A QUALCUNO CHE CONOSCI....non disperare, non è troppo tardi!
 

Puoi e può farcela!

Sono pronta ad armarmi di pazienza e a dimostrare che il PC ed il Web non sono affatto dei mostri di cui aver paura!

Per info e programmi dei corsi: cristina.arbino@libero.it

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P.S.: se interessat@ ad entrambi i moduli, avrai uno sconto del 25%!!!!

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Note biografiche

Laureata nel 2009 in Scienze della Formazione - DAMS, attualmente sono addetta al web-editing, web-design, social-networking e docente di corsi di formazione di web design e web administration con CMS (Joomla e Wordpress), presso ProMAE S.r.l., società di Project Management & Application Engineering di Torino.







giovedì 19 settembre 2013

Dentini in arrivo!

Quella del neonato viene chiamata prima dentizione o decidua o da latte ed origina già durante la vita intrauterina, in genere intorno alla settima settimana di gestazione e si conclude intorno al compimento dei due anni.
Normalmente, erompono prima i due incisivi centrali inferiori; gli altri seguono via via.
L'ordine di crescita dei dentini è abbastanza preciso, mentre è variabile la cronologia temporale. Significa che di solito nascono gli incisivi, poi i canini, poi i molari, ma in quanto tempo non è dato di saperlo.
Alcuni bimbi addirittura, nascono già “dotati” di un dentino, altri aspettano il 10° mese di età per mettere il primo!
Il mio cucciolino, ad esempio, ha messo il primo a 8 mesi e ora che ne ha 11 è corredato di cinque magnifici chicchi di riso!!!

 

Sintomi dei dentini in arrivo...

La dentizione neonatale accompagna il piccolo lungo tutta la sua crescita. È normale che l'eruzione dei primi dentini possa arrecare qualche fastidio al bambino che, non potendo esprimersi con le parole, manifesta il suo malessere con il pianto e con i capricci.
Le gengive diventano gonfie ed infiammate, prudono e fanno male. Per questo il bambino tende a mordere qualsiasi oggetto, o a strofinare con frenesia il pugno o i dentaruoli da destra a sinistra, da dentro a fuori.
Siate pazienti Mamme, è davvero un processo fastidioso e doloroso talvolta! Fornite i vostri bimbi di dentaruoli rinfrescanti e non! Anche il ciuccio è un valido aiuto!

L'eruzione dei dentini spesso causa anche l'aumento della temperatura basale (Bubu, l'ultima volta ha avuto la febbre a 38 per 4 gg...), arrossamenti cutanei – soprattutto su guance e sederino – eccessiva produzione di muco e saliva, raffreddore, diarrea, bronchiti....disturbi del sonno, inappetenza.
Il mio piccolino ha manifestato in modo più o meno lieve, tutti questi sintomi tranne l'inappetenza e la bronchite!

  • Inciso: Ma perchè si arrossa il culetto? che cosa c'entra con i denti? e la febbre, poi? In passato, era normale credere che l'eruzione dentaria "ipereccitasse" le vie nervose che regolano il tono viscerale dello stomaco e dell'intestino, causando quindi inappetenza, diarrea o vomito. Oggi, che siamo convinti di essere sempre più furbi, la letteratura medica nega che alla dentizione possano essere attribuiti disturbi come la diarrea e la febbre, poiché non esistono dati scientifici che ne chiariscano il rapporto di causa ed effetto. 
  •  Secondo me, invece, la correlazione c'è e viene negata o banalizzata dai dottori per timore che vengano sottovalutati segni di malattie in atto, attribuendoli erroneamente alla dentizione. La realtà é che il malessere generale del bambino è senz'altro collegato al fastidio che avverte nella bocca, che non dimentichiamolo, è l'organo del massimo piacere nonché strumento di esplorazione del mondo esterno......Le feci diventano “acide”, con conseguente culetto rosso-fuoco proprio perchè le difese immunitarie tendono ad indebolirsi e quindi, l'organismo è soggetto a contrarre lievi e passeggere infezioni respiratorie o intesitinali. In caso di scompensi della flora batterica, è normale che le evacuazioni siano più frequenti e acide, causando un rapidissimo e violento arrossamento della delicata pelle dei nostri bimbi.
  • Intervenire tempestivamente con acqua fresca sulle parti dolenti, cambi frequenti del pannolino, impacchi di olio di oliva puro sulle piaghette, crema alla calendula o all'ossido di zinco (senza schifezze incluse...), risolve la situazione. Ottima alleata anche CAMILIA, preparato omeopatico a base di camomilla e altre piante officinali

Cura dei dentini

È opinione comune che i denti decidui, essendo appunto destinati alla caduta, non debbano essere curati. Errore! In realtà, è estremamente importante prevenire eventuali patologie per almeno due buoni motivi:
  1. essendo più fragili e quindi più facilmente aggredibili i denti da latte sono più esposti al rischio d'infezione e quindi, a causare dolore
  2. se aggrediti da carie cadono più velocemente e questo può ripercuotersi negativamente nel lungo termine, causando problemi di allineamento/occlusione nella bocca del futuro adulto

Ovviamente, quando compaiono i dentini il bambino è ancora troppo piccolo per lavarsi i denti da solo: è dunque compito dei genitori prendersene cura, ma non con i tradizionali spazzolino e dentifricio!
Basta strofinare delicatamente sul dentino e sulle gengive una garza imbibita di soluzione fisiologica o utilizzare gli appositi prodotti per l'igiene orale divertendosi insieme.

Ma...a quest'età è corretto parlare di CARIE?
Eh sì, i denti da latte spesso si cariano.
Se il bambino è stato, o è allattato al seno, è meno probabile che ciò avvenga perchè il latte materno rinforza i denti favorendone la mineralizzazione con calcio e fosforo e ne proteggere lo smalto, ma in ogni caso, è fondamentale non proporre al piccolo bevande zuccherate oppure intingere il ciuccio nel miele per favorire il sonno...
Occhio quindi a tisane, succhi di frutta, merende zuccherate....



Per sopperire ad eventuali carenze di fluoro, ultimamente molti pediatri e dentisti consigliano di integrare la dieta dei bambini con una somministrazione supplementare di fluoro, di solito in gocce. Attenzione però a non somministrarlo in concomitanza ai lattincini poichè ne riducono l'assorbimento!



Al compimento del sesto anno d'età, comunque, il bambino esibisce orgoglioso tutti e 20 i dentini da latte, ma presto, questi verranno gradualmente rinnovati con quelli permanenti...i primi nati spesso saranno anche i primi ad essere “sostituiti”...che fatica eh?




giovedì 15 agosto 2013

Quando le mamme non sono felici


La depressione post partum è un fenomeno che è venuto alla luce con particolare forza negli ultimi anni. L'opinione pubblica ha scoperto con grande turbamento che le madri possono addirittura arrivare ad uccidere i propri figli. Questo comportamento è tanto più sconcertante se si pensa che sono proprio le madri ad avere il compito di far nascere i figli, di proteggerli dai pericoli esterni e di farli crescere per poi entrare nel mondo adulto. Cerchiamo allora insieme di capire quali sono le dinamiche psicologiche che portano una mamma ad entrare in questo vortice di pensieri e sentimenti negativi nel rapporto con il suo bambino.
Come già accennato nei precedenti post, il passaggio dal periodo della gravidanza a quello dell'essere madre è particolarmente delicato, è in questo momento che la mamma deve iniziare a distinguere tra fantasie inconsce e realtà, rispetto al neonato e al mondo che la circonda. In questo primo periodo è assolutamente normale avvertire in alcuni momenti moti di rabbia o frustrazione nei confronti del bambino. Se pensiamo per esempio ad un bambino che si svegli spesso la notte, o rifiuti di mangiare, possiamo capire che tutto questo può mettere i neogenitori a dura prova e, dal momento che siamo tutti esseri umani coi nostri limiti, è normale provare a volte anche sentimenti negativi. In situazioni normali, questi pensieri vengono facilmente represse dalla madre, anche attraverso l'uso di meccanismi di difesa evoluti, come l'autoironia. Nonostante questo, nel contesto della nostra società è purtroppo radicato lo stereotipo per cui la neomadre deve solamente gioire della propria maternità, senza esprimere alcun tipo di turbamento. Per questo motivo, emozioni e pensieri del tutto normali e "umani" non sono facilmente accettati dalla donna e ancor più dalle persone che le sono accanto e tendono ad essere negati, per lasciare il posto ad un'immagine di serenità e dedizione totale che non corrisponde però alla realtà dei fatti.
Dicevamo quindi che il divenire genitori implica un processo di elaborazione e di riorganizzazione della personalità, l'acquisizione del ruolo materno e l'attivazione del sistema di accudimento del bambino. Questi processi psichici sono solitamente elaborati durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del bebè a livello inconscio dalla donna. Nei casi in cui questa elaborazione non avvenga o si attui soltanto parzialmente, possono avere origine quadri psicopatologici più o meno gravi. Solitamente si distinguono tre tipi principali di condizioni che la neomadre può trovarsi a vivere:
  • il maternity blues o baby blues
  • la depressione post-partum
  • la psicosi puerperale
Il "maternity blues" è un lieve disturbo transitorio di cui soffre più della metà delle donne occidentali nei giorni immediatamente seguenti il parto. E' caratterizzato da crisi di pianto, oscillazioni del tono dell'umore e ipersensibilità che si accentuano intorno al quinto giorno dopo il parto e tendono a durare alcune ore o alcuni giorni.

Il quadro clinico della depressione post-partum è caratterizzato invece da sentimenti d'inadeguatezza, d'incompetenza e di disperazione, collera, ipersensibilità, ansia, vergogna, odio e trascuratezza verso se stesse e verso il bambino, disturbi del sonno e dell'appetito, calo del desiderio sessuale e pensieri suicidari.
Oltre alla ovvia motivazione ormonale, dovuta al brusco riassestamento dei livelli ormonali dopo il parto, esistono secondo la letteratura alcuni fattori predisponenti allo sviluppo di una depressione post partum, tra cui l'aver perso la propria madre prima degli 11 anni, la mancanza di una relazione intima coniugale, la mancanza di un lavoro retribuito e la presenza in famiglia di tre o più figli sotto i 14 anni.
Lo stato depressivo della madre va naturalmente ad influenzare la relazione madre-bambino: in questa situazione, infatti, la madre, pur essendo fisicamente presente col suo bambino, non lo è a livello emozionale, tende ad essere "inaccessibile" all'interazione con lui, non "rispecchia" il comportamento del neonato e il gioco reciproco tende ad essere sporadico, interrotto e caratterizzato da un basso tono emotivo.

In alcuni tipi di personalità invece l'evento della maternità può portare degli squilibri così profondi da generare una psicosi puerperale. In questo stato la neomadre mostra un ritiro in sè stessa, è triste, rifiuta completamente il suo bambino, è apatica, trasandata, trascura la sua igiene personale, mostra insonnia e inappetenza. Può riferire allucinazioni, per lo più uditive, e idee deliranti di tipo paranoide. Questo stato può avere una remissione spontanea e può durare qualche giorno, mese o anno. Nel caso di remissione spontanea gioca un ruolo fondamentale la capacità dei famigliari di tollerare, assorbire e rielaborare l'angoscia della neomamma. Tra le manifestazioni più allarmanti relative a questo stato vi sono i tentativi di suicidio o le spinte aggressive o distruttive nei confronti del bambino. Bisogna però sottolineare che il più delle volte la donna, prima di arrivare a comportamenti di tale gravità, esplicita il proprio bisogno d'aiuto. Se questa espressione di sofferenza non viene ascoltata per l'assenza di un ambiente famigliare sufficientemente supportivo, la rabbia e il desiderio di uccidere il bambino può diventare molto forte. Alla base di questo desiderio c'è nella madre la fantasia inconscia che il bambino soffre e soffrirà sempre di più: solo la morte quindi, può salvarlo. Vediamo quindi come, seppur in modo drammaticamente distorto, anche in questo caso sia l'amore che la madre prova per il suo bambino a spingerla a compiere un gesto così terribile.

Il quadro che ho cercato di dare è ovviamente molto limitato, questi sono argomenti che richiederebbero un'elaborazione molto più estesa, ma spero che possa comunque essere utile per avere un'idea generale di questi fenomeni, purtroppo più diffusi di quanto si creda o si preferisca credere.

Leggi anche Le mamme perfette (grazie a Dio non esistono)
e Allattamento: un grande caos!

venerdì 21 giugno 2013

Gli ormoni della mamma

Ormoni in gravidanza

La gravidanza ha come principali attori gli ormoni.
Questi lavorano sempre, ancor prima del concepimento...dall'ovulazione infatti, i livelli di progesterone aumentano ogni mese, perchè preparano l'utero ad accogliere un'eventuale gravidanza.
Compiti del progesterone: crea un ambiente idoneo ad un eventuale impianto e una volta che questo avviene, sviluppa cellule endometriali utili alla nutrizione dell'embrione, oltre ad evitare la contrattilità dell'utero e quindi, a scongiurare un aborto spontaneo;inoltre, in prospettiva futura, prepara anche la ghiandola mammaria alla lattazione.

Dopo il concepimento, entra in scena la gonadotropina corionica umana che darà origine alla placenta e che collabora alla continua formazione di progesterone ed estrogeni, capitanati dall'estriolo.
Che cosa fanno gli estrogeni, quindi? 
Favoriscono l'ingrossamento dell'utero, dei genitali esterni e delle mammelle e promuovono la secrezione di prolattina (ormone di cruciale importanza per l'allattamento!) e cosa non ovvia, insieme al progesterone sopprimono lo sviluppo di altri follicoli ovarici. 
La prolattina, si mantiene alta anche dopo il parto ed insieme all'ossitocina, controllano la produzione e l'eiezione del latte materno.

  • NOTA BENE: Durante la notte, la prolattina raggiunge livelli elevati nell'organismo materno ed è proprio in questa fase della gornata che il bebè arriva ad assumere anche fino al 25% del suo fabbisogno, quindi le poppate notturne sono preziose alleate del buon avvio dell'allattamento. Ossitocina

Svolgono un ruolo importante anche la relaxina, che induce il rilassamento dei legamenti pelvici, rendendo più elastica la zona del pube durante il parto e l'ossitocina, che provoca la contrazione dell'utero al momento del parto.
  • NOTA BENE 2: A differenza della prolattina, l'ossitocina è sensibile a stimolazioni fisiche o psichiche indipendenti dallo stimolo sul capezzolo. Uno spavento o un forte rumore possono bloccarne la secrezione ed ostacolare il flusso del latte; al contrario, la sola vista del neonato o l'udirne il pianto ne favorisce l'innalzamento. Sono la prolattina e l'ossitocina che permettono alla mamma di udire il minimo vagito notturno del bambino, nonostante la stanchezza ed il sonno arretrato...cosa che infatti, ai papà, di solito, non succede!  ^______^

Potrebbe interessarti: http://www.my-personaltrainer.it/salute/ormoni-gravidanza.html

Comunicazione non violenta

Spesso dietro ai "NO" dei nostri bimbi si nascondono dei bisogni che non sanno esprimere.
Utilizzare una comunicazione non violenta produce risultati inaspettati.
Ecco un ottimo articolo :Per ottenere un SI, è meglio dire un NO che suoni come un SI

Buona lettura!

mercoledì 19 giugno 2013

Creme e cosmetici per bambini (e non): MARCHI OK!

In riferimento a quanto scritto quì (La tua mamma: Creme per bambini (e non): lista degli ingredienti OUT), ecco una lista di marchi effettivamente buoni per la nostra pelle e per i nostri bambini!

HELAN

WELEDA 

REMEDIAERBE - prodotti biologici certificati e ottimo per gli acquisti on line!

BIO OFFICINA TOSCANA - prodotti biologici e vegan certificati acquistabili on line su bioveganshop.it oppure presso rivenditori autorizzati (pochissimi)

VERDESATIVA - prodotti biologici e vegan certificati acquistabili on line sul loro stesso sito

mercoledì 12 giugno 2013

Creme e cosmetici per bambini (e non): lista degli ingredienti OUT

Ho svolto una ricerca - spero utile a tutti - relativa agli ingredienti contenuti in comuni e diffuse creme per bambini e non, nocivi alla salute ...ad esempio come nel celeberrimo olio Johnson & Johnson di cui ho postato una notizia qui.
Di alcuni di questi ingredienti, ho anche trovato la scheda fornita dal Ministero dell'Ambiente...e non è stato un bel leggere!

Alcuni riferimenti tecnici:
Il numero CAS (chemical abstract service) è un identificativo numerico che individua in maniera univoca una sostanza chimica. Talvolta, gli ingredienti vengono inseriti così (in modo che sia più difficile identificarli, mi viene da dire...)

La composizione INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è una denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti del prodotto cosmetico. Viene usata in tutti gli stati membri dell’UE, così come in molti altri paesi nel mondo, tra cui USA, Russia, Brasile, Canada e Sudafrica.
La lista degli ingredienti usati all'interno di un prodotto, deve essere scritta partendo da quello presente in quantità maggiore fino a quello minore. Dunque se trovate uno degli ingredienti che seguono all'inizio della lista non è un buon segno....



         ______________________________________________________________________
 
Bisognerebbe evitare di utilizzare prodotti contenenti:


  • LANOLIN / LANOLINA (antistatico emolliente) cas
    [8006-54-0 CAS]
E' la cera secreta dalla pecora a scopo protettivo. Numerosi processi di purificazione la rendono inodore ed incolore. Costituita principalmente da alcoli, tra cui colesterolo, lanosterolo e agnosterolo, mostra un'elevata affinità con la pelle nella sua forma "grezza", poichè questi alcoli sono in grado di assorbire elevate quantità di acqua ed infatti conferiscono proprietà emollienti ed idratanti ai prodotti che li contengono. 
Purtroppo, PERO', restano impregnate nella lanolina sostanze decisamente sconsigliate e dannose quali i residui di detergenti sbiancanti e pesticidi.
 

Alcuni cosmetici che contengono gli alcoli della lanolina:
Rilastil Crema Smagliature
Pasta di Fissan
Bepanthenol Bayer
Crema al Pantenolo Penaten Johnson & Johnson

  • PETROLATUM / PETROLATO (antistatico emolliente) - scheda Ministero
    [8009-03-08 CAS]
Vaselina nei Cosmetici

Noto anche come Vaselina, è una miscela complessa di idrocarburi saturi ad elevato peso molecolare. Si ottiene dalla distillazione dei petroli, trattati a caldo con acido solforico, neutralizzati con soda, decolorati con carboni. 
Nei preparati ad uso cosmetico ha la capacità di diminuire la perdita di acqua, creando un film occlusivo sulla superficie della pelle che spesso la protegge da stimoli nocivi.

Come controindicazione, PERO', potrebbe provocare l’occlusione dei pori con conseguente azione comedogenica.
 
Alcuni cosmetici che contengono Petrolato:
Rilastil Crema Smagliature
Bionike Defence Body Smagliature
Pasta di Fissan
Bepanthenol Bayer


  • PARAFFINUM / PARAFFINA (antistatico solvente) [92045-76-6 CAS] - scheda Ministero

E' un olio di origine minerale costituito da una miscela di idrocarburi ottenuta dalla distillazione del petrolio, impiegato per le sue proprietà emollienti. 
Applicata sulla pelle, forma un film lipidico che impedisce la perdita di acqua dagli strati superficiali riducendone la disidratazione e contribuendo a mantenerla morbida e liscia, conferendo quindi una sensazione di levigatezza, MA può anche provocare l’occlusione dei pori con conseguente azione comedogenica (comedoni = brufoletti e punti neri) in pelli con predisposizione acneica.

Alcuni Cosmetici che contengoo paraffina:
DermaSol Bimbi Crema Solare Protettiva Alta protezione 1-3 anni
Avene Serenage Crema Anti-Età
Garnier Bodytonic
Bionike Defence Body Smagliature
Aveeno Cream con avena colloidale
Aveeno Bagno-Doccia Idratante
Pasta di Fissan

  • HYDROXYCITRONELLAL (allergene)  [107-75-5 CAS]

E' un aldeide contenuto in diversi oli essenziali naturali, con un caratteristico odore floreale dolce. 
A causa del potenziale sensibilizzante, rientra nell’elenco delle 26 sostanze profumate considerate allergizzanti e non andrebbe impiegata nei prodotti cosmetici destinati ad una pelle particolarmente sensibile o atopica. 

Alcuni cosmetici che contengono Hydroxycitronellal:
Coppertone - Tropical Blend Crema abbronzante
Rilastil Crema Smagliature
Pasta di Fissan 



  • BHT (Butilidrossituoluene antiossidante)
    [128-37-0 CAS]
E' un antiossidante primario, cioè un donatore di idrogeno che agisce interrompendo la reazione a catena innescata dai radicali liberi che porta alla degradazione degli acidi grassi. Questa caratteristica gli permette di ritardare l’irrancidimento degli oli vegetali.
Il Cosmetic Ingredient Review (CIR) ha stabilito dei limiti di dosaggio per questa sostanza (0,5 % max) a causa del suo dubbio profilo tossicologico e del potenziale potere irritante su cute e mucose.

Alcuni cosmetici che contengono Butilidrossituoluene:
Avene Serenage Crema Anti-Età
Rilastil Crema Smagliature
Nivea Visage Crema idratante rinfrescante
Vichy Dercos Balsamo Crema Dopo Shampoo



 
  • PROPYLPARABEN (conservante anche dettopilparabene nei Cosmetici Propyl p-hydroxybenzoate) [94-13-3 CAS]
Appartiene alla classe dei parabeni, derivati dell’acido p-idrossibenzoico
I parabeni sono impiegati come conservanti, il loro spettro d’azione è maggiore nei confronti di muffe e lieviti rispetto ai batteri.
Vengono utilizzati nelle formulazioni cosmetiche come conservanti antifungini per aumentare la shelf life del prodotto.
Nonostante una lunga storia di utilizzo ritenuto sicuro, recentemente l’uso dei parabeni è stato messo in relazione con l’insorgenza di tumori al seno. Sembra infatti che queste sostanze penetrino attraverso la pelle ed esplichino una debole attività estrogeno-mimetica che potrebbe essere causa di un aumento dei fattori tumorali. Questa possibile relazione non è stata tuttavia ancora provata, ma ciò che è certo è che sono ammessi nei prodotti cosmetici con un limite massimo di 0.4% per un singolo estere e di 0,8% per le miscele.



Alcuni cosmetici che contengono Propylparaben:
Avene Crema Solare Viso
Chanel - Age Delay Eye
Garnier UltraLift contorno occhi
Somatoline - Trattamento gambe pesanti
Guam - Gel defaticante gambe
Bottega Verde -Crema sollievo gambe alla Vite Rossa-Mirtillo
Collistar - Crio gel anticellulite
Lierac Bust Lift Creme Modelage
Vichy Homme Structure S
Rilastil Crema Smagliature
Nivea Visage Crema idratante rinfrescante


Strada facendo aggiornerò la lista dei prodotti "da evitare", sperando, per contro, di trovarne almeno alcuni di particolarmente VALIDI, NATURALI, "PULITI".
Ne parlo qui




Fonti:Biodizionario
Ambrosialab
Ministero dell'ambiente

Attenzione! Leggere sempre, sempre, sempre....

...anche se è una vita che usiamo lo stesso prodotto!
Sostanze cancerogene in alcuni prodotti Johnson & Johnson!

http://inmodonaturale.blogspot.co.uk/2013/05/johnson-johnson-ammette-nei-nostri.html

mercoledì 5 giugno 2013

Allattamento...un grande caos!

Con il mio piccolino, ho fatto sin dall'inizio un allattamento misto.
Orrore! penserà qualcuno...per me, invece, alla fine, è stato un bene. Dico alla fine perché durante le prime settimane, vivevo questa situazione con un frustrante sentimento di vergogna ed inferiorità...poi, grazie a Dio (o a chi per Esso) mi son ripresa e sono uscita dal tunnel delle persecuzioni...

Procedo con ordine.

Alla nascita, il piccolo orsettino aveva tanta voglia di coccole e di sbirciare il mondo...e non troppa voglia di tetta! Quando gli offrivo il seno, sulle prime rimaneva perplesso, poi cercava di succhiare perchè comunque la fame c'era, ma non ci riusciva...ripiegava il labbro inferiore all'interno, facendo beccuccio e non si attaccava al seno (non al capezzolo, eh, al seno...perchè ciucciare il capezzolo, non significa prendere il colostro - primo latte - e nutrirsi, capito? Voi, ragazze incinte...avete già impattato contro questo concetto? Sìììì, sono sicura di sì, perchè è talmente intenso il martellamento che si sa da subito...che cosa significhi nel concreto non lo si comprende fino a quando non ci si trova col il pargoletto tra la braccia però...)
Ecco, faccio un inciso...è così pressante il discorso sull'allattamento che ancora una gestante non è uscita dal I trimestre che già pensa a come andrà l'allattamento...almeno, per me è stato così...e forse per questo motivo non è partito con il piede giusto...la solita vecchia ansia...mah? Chi può dirlo...

Comunque, io, inesperta come tutte le madri con il loro primo figlio, proponevo il mio seno al piccolo come mi veniva spontaneo fare...avvicinavo il suo visino a me, e cercavo di fargli entrare il capezzolo in bocca...ma lui, ahimè, non tirava...e le ostetriche/puericultrici dell'ospedale, a turno, cercavano di aiutarmi nell'operazione. Chi più delicatamente, chi più duramente, chi violentemente...sì, violentemente, esatto. Io lì, sul letto a zizze de fora, il piccolo sdraiato su un lato e una manona che strizzava il mio capezzolo e un'altra che prendeva il piccolo per la nuca e cercava di fargli spalancare la bocca in corrispondenza del mio seno che a sua volta, se avesse potuto dotarsi di vita propria, sarebbe scappato a gambe levate piuttosto che farsi bistrattare ancora così a lungo...insomma, che palle, niente.

Primo disappunto: va bene che in osepdale ci sono i turni, e che le persone ovviamente non possono starti vicino 24 h su 24, ma il METODO, il SISTEMA con cui si accostano alle puerpere, non potrebbe essere lo stesso? Ogni infermiera, puericultirce ed ostetrica che si è accostata a noi lo faceva con un metodo, una posizione, un approccio completamente diverso dalle altre! Giusto per non alimentare la confusione di default con cui si rapporta una mamma alle prime armi....

Dato lo scarso anzi il nullo successo dei tentativi delle prime ore, arrivò quindi sul mio comodino la macchina tiralatte.
Punf-punf punf-punf....tira tira tira, ogni tre ore, per non perdere il colostro, liquido miracoloso (vero!!!!) e fonte di vita...figuriamoci, avrei fatto di tutto per conservarlo...è ovvio! E così ho fatto, nonostante il sonno, nonostante lo sconforto ecc....

Prassi: chiamare la nursery con tono di fantozziana maniera "Sì, sono quella della stanza 8, letto A...qualcuno può venire ad aiutarmi ad attaccare il piccolo, per favore?"
Tirare su il mio cucciolino, provare a farlo attaccare e nada...nel frattempo arrivava la ragazza/signora di turno e prova, prova, briga, fai...posizione così, posizione cosà, strizza a destra, strizza a sinistra...e sempre nada.
Ok, tettarella e poppatoio e via...lui mangiava e non appena si riaddormentava, l'unica cosa da fare era riattaccare il punf-punf punf-punf....per stimolare la montata lattea.
Riposo pochissimo, nervosismo, senso di inadeguatezza e la sensazione di essere incompleta perchè non riuscivo a mettere in atto una delle cose più naturali del mondo.

Stesso copione per tutti i 4 gg in cui sono stata in ospedale con un intermezzo spettacolare. La mitica frase di un'infermiera che ha mandato a pallino il mio già precarissimo equilibrio: "Ci credo che non si attacca...con quel capezzolo lì!"
PERCHE'??? COSA CAVOLO HA IL MIO CAPEZZOLO CHE NON VA????
"Ehhhh non è sporgente....gli scivola via dalle labbra...."
Uuuuh che botta, che volo lungo il precipizio dello sconforto...dell'incapacità....
Tutto era nuovo, intenso, forte...ero stanca come un mulo, un po' anche dolorante....gli ormoni erano impazziti e l'umore di conseguenza era veramente seduto su un'altalena che oscillava velocissimamente.....e mi sento dire che il mio bimbo non riesce a nutrirsi naturalmente per COLPA del mio capezzolo?!?!
Una serata tremenda quella...da dimenticare. Per fortuna c'erano mio marito a tenermi compagnia e la mia compagna di stanza, messa più o meno come me (al secondo figlio però....quindi se possibile, ancora più sconfortata! Mi diceva "passi col primo che non si ingrani subito, ma col secondo no...allora sono proprio io che non vado!" In poche parole, due piagnistei silenziosi, ognuna sul proprio letto....)

E come non ricordare che tutti, prima ancora che dirti ciao, apparivano con lo stesso sguardo interrogativo sulla soglia della camera in ospedale, prima, e sulla soglia della porta di casa, poi, chiedendomi: "Si è attaccato? Sei riuscita?"
"NOOOOOOOOOOOO, porca putt..., NOOOOOOO", avrei voluto urlare ed invece ripiegavo su un mesto "NO, non ancora...." cercando di trovare una speranza, una visione ottimista della vita...
"Ah." Pausa. "Ma sì, dai...tu continua a tirare e a provare e prima poi lui impara..." (lui, perchè io non avrei imparato mai...)
Io quella fiducia nelle nostre (mie e del piccolo) capacità non ce l'avevo....e questo, è senz'altro stato il vero "problema", ma per come stavano andando avanti le cose, ormai mi vedevo vagare per le vie della città, con lo sguardo perso nel vuoto, marchiata dalla scritta rossa LA (latte artificiale) cucita bene in vista sul petto!!
In realtà, nonostante lo scarso ottimismo, non ho mollato e come mi avevano consigliato, sono tornata all'ospedale, per chiedere un consulto, un appoggio, sull'allattamento...visto che offrivano questo servizio per le neo-mamme.
Entro in sala, con il piccolono nella carrozzina e una cretina mi chiede per quale motivo fossi lì.
"Perchè non riesco ad attaccare il bimbo al seno...", come già avevo detto al telefono, quando presi l'appuntamento. Giusto perchè doverlo ribadire ogni 5 minuti mi infastidiva leggermente....
"E ma tu devi provare!"
MA DAI??? DAVVERO??? FINORA HO PRESO IL SOLE IN GIARDINO E DORMITO SERENAMENTE TUTTE LE NOTTI SAI, IDIOTA DEFICIENTE?
Sono rimasta lì, per mezz'ora a fare sempre le stesse manovre fallimentari che già avevamo fatto quando ero ricoverata....e non ci sono mai più tornata. Vaffanculo.
Ho chiamato un'ostetrica a pagamento, a casa, e nell'arco di due giornate, è riuscita innanzi tutto a calmarmi e a rasserenarmi dicendomi "Il tuo seno va benissimo, è solo inesperto...come te..." e poi ad attaccare il mio cucciolo con dolcezza.
Cos'ha fatto?! Gli ha semplicemente tirato in giù il labbro inferiore...creando una bella bocca a paperotto che presto si è trasformata in ventosa. Nessuno l'aveva mai fatto....

Il mio seno però non era stato stimolato per quasi 12 giorni dalla sua bocca, ma solo dalla tiralatte...e quindi, molto presto sono comparse le ragadi, anche perchè all'inizio il piccolo si attaccava bene solo se avevo il paracapezzolo, che gli ricordava il biberon ma che favorisce un po' l'insorgere di piccole ferite...
Che gioia!!
Al di là di questo, però, ero felice davvero del fatto che finalmente Bubu si attaccasse a me...mi sentivo meno incapace!

MAAAAAAAAAAAA, essendoci uno "sfasamento" di 12 gg circa tra la mia produzione di latte ed il fabbisogno del piccolo, man mano che cresceva non gli bastava ciò che assumeva da me ed inoltre, era abbastanza pigro, si addormentava poppando e quindi non mi stimolava a sufficienza...
Non è mai arrivata la fatidica montata lattea...

A questo punto, ho provato un po' di tutto per aumentare la produzione di latte.
Tisane varie al finocchio, alla galega, al cardo mariano;
L'assunzione di domperidone (qui la spiegazione del rapporto tra il farmaco e l'aumento del latte materno)...che sebbene non mi abbia mai convinta più di tanto....l'ho comunque preso....;
L'utilizzo del DAS (dispositivo di allattamento supplementare) della Medela, prodotto che NESSUNO o quasi conosce e propone alle mamme con poco latte...è un po' complicato da usare le prime volte, ma è un sistema fantastico per stimolare il capezzolo e vivere il contatto fisico col bebè anche se si utilizza latte artificiale (all'ospedale ovviamente, non sapevano nemmeno che cosa fosse!!!!!);
Attaccare il bambino a più non posso.

Risultato? Il latte non bastava lo stesso.
Quindi, visto che non me la sono sentita di tenere il cucciolo attaccato per ore, oppure ogni ora e mezza, dandogli piccoli pasti frammentati e poco appaganti...e poco sazianti...ho optato per l'allattamento misto.
Lo attaccavo, e poi gli davo un'aggiunta di artificiale...sapevo che da me prendeva più o meno un tot (ciò che prima che si attaccasse gli davo con biberon) e aggiungevo ciò che mancava...Lui gradiva. Alla fine aveva le coccole (e con esse il mio latte) e si riempiva.
Provvidenziale la frase che mi disse la mia psicologa quando le portai a vedere e a conoscere il bambino. "L'allattamento deve essere gratificante per il piccolo...non solo per la mamma..." Gratificante è stata la parola che ha fatto scattare il clic nella mia mente...
E' vero, cavolo, è vero, che palle dev'essere avere soltanto dei piccoli assaggi!
Come fa un bimbo a stare tranquillo se ha sempre fame, se deve alimentarsi con un'infinita serie di contentini, di piccole dosi...ecco perchè, secondo me, alcuni bimbi piangono sempre, non dormono, sono sempre nervosi....Vivono costantemente con il senso della fame!!!
E poi, altra frase, della pediatra questa volta, che mi ha aperto un po' gli occhi "L'allattamento è innanzi tutto nutrizione, alimentazione....poi, certo, è anche contatto, coccole ecc...ma prima di tutto è ciò con cui MANGIA il piccolo...Lei starebbe seduta a tavola per ore? Oppure farebbe 10 pasti in un giorno?"

Grazie a queste due frasi, finalmente, mi sono liberata della paura del giudizio, me ne sono fregata di ciò che potesse pensare la gente e mi sono detta che sopra ogni cosa ci stava il benessere del bambino, la sua serenità, la sua soddisfazione...che, cosa molto importante, nel mio caso (come credo in tutti), sono aspetti che dipendono anche dallo stato di salute e serenità della madre.
Quando cercavo di allattarlo esclusivamente al seno, sicuramente Bubu ha percepito la mia ansia, la mia paura, il mio sconforto, il mio stress, la mia stanchezza...dopo, avrà percepito tutt'altro. Ero serena, vivevo quei 20 minuti di poppata molto bene e sapevo che non sarebbe stato con l'acquolina fino alla prossima grazie all'integrazione di latte artificiale...

La mia non è una campagna contro l'allattamento al seno, ci mancherebbe! E' sicuramente il migliore alimento che ci sia.
Semplicemente non trovo giusto, d'altro canto, demonizzare l'allattamento artificiale, o comunque connotarlo come un qualcosa che racchiuda meno "amore" in sè...
Anche un allattamento col biberon o come dicevo prima, con il DAS, permette di vivere un momento intimo, di contatto e vicinanza. Non fermiamoci davanti alle etichette troppo rigorose e statiche.
E soprattutto, forse sarebbe bene ricordare che non sempre ciò che ci sembra l'ideale lo è davvero...allattare al seno, come no, deve essere un'esperienza appagante per il bimbo e per la mamma...o si riesce, secondo me, ad avere la giusta quantità di latte per fornire delle poppate che siano degne di questo nome, oppure forse è meglio appoggiarsi umilmente all'artificiale...integrare.
In realtà credo che nell'arco di una giornata, avrei potuto allattare esclusivamente il mio piccolo...facendo magari 10-12 poppate, la quantità di latte necessaria probabilmente sarei riuscita ad ottenerla...ma non mi è mai andata troppo a genio l'idea di farlo mangiare così frequentemente ed ho preferito scegliere per la mia e sua serenità.
Non so se sia un caso, ma tra le varie amiche mamme che ho, tutte quelle che avevano una quantità "risicata" di latte hanno passato i primi 6 mesi di vita del bambino a non dormire, a tette sempre di fuori (anche ogni ora....gulp!!), a tenerlo nel letto la notte, a non potersi allontanare neanche per un'ora da casa, ad impazzire nel momento in cui il piccolo doveva prendere il biberon...
Ecco, per me tutte queste situazioni sarebbero state negative.

In bocca al lupo mammine...vivete serene, non allineatevi ad un pensare comune, ma agite secondo il vostro sentire e non sbaglierete!
Che ne pensate?
E chissà che cosa ne pensa la nostra psicologa!

martedì 28 maggio 2013

Tabella di svezzamento

Faccio subito le dovute precisazioni.
Quella che segue è una tabella di svezzamento che prevede una graduale introduzione dei cibi nella dieta dei bimbi.
Origina da varie fonti: pediatra di famiglia, libri di ricette vari, amiche, consigli di zie, nonne & co.
Quindi, non è del tutto restrittiva o da seguire alla lettera...è un punto di riferimento, un promemoria...insomma, sentitevi libere di "disobbedire"!!
Io la sto seguendo e vedo che tutto procede bene...per cui, ho pensato di condividerla...

 
DA 4 MESI
Mela, pera, banana
DA 5 MESI
Patata, carota, zucchina, zucca, mais, tapioca, crema di riso, parmigiano, liofilizzato di coniglio, tacchino, pollo, olio extravergine d’oliva, brodo vegetale, prugna
DA 6 MESI
Fagiolino, sedano, cipolla, lattuga, finocchio, spinacio, costina, cavolfiore, semolino, cereali misti, pastina, biscotto, ricotta fresca, omogeneizzato di coniglio, tacchino, pollo, vitello, manzo, prosciutto cotto, formaggino
DA 7 MESI
Yogurt intero, riso micro
DA 8 MESI
Omogeneizzato di pesce (merluzzo, trota, sogliola, platessa, nasello, palombo), formaggio caprino fresco, crescenza, gelato confezionato, legumi, albicocca, pesca
DA 9 MESI
Carne e pesce lessati (anche pesce spada e salmone) o al vapore 
DA EVITARE NEL PRIMO ANNO DI VITA
Allergizzanti:
kiwi, fragola, miele, uovo, frutta secca, pomodoro, melanzana
Difficili da digerire:
uva, caco, fico, melone, anguria, castagna, carciofo, carne di maiale

venerdì 24 maggio 2013

L'angoscia di separazione nel bambino

Nel primo periodo della sua vita il neonato sperimenta stato di simbiosi con la madre, uno stato di indifferenziazione per cui madre e bambino sono, nel vero senso del termine, una cosa sola.
Soltanto verso l'ottavo mese compare quella che lo psicologo austriaco Spitz definì “ansia di separazione”. Giunto a questa età infatti, il bambino inizia a differenziare sé stesso dalla madre, a vederla quindi come una figura significativa, separata da lui. Questa fase che, per un verso, dà inizio all'esporazione e quindi, successivamente, alla conquista dell'autonomia da parte del bambino, comporta però anche la spiacevole sensazione dell'angoscia, provocata dall'allontanamento della madre. Il processo si separazione-individuazione è infatti solo al suo inizio, il bambino non ha ancora la capacità di “mentalizzare”, vale a dire la capacità di creare un'immagine mentale della madre anche nel momento in cui lei non è fisicamente presente. Questo comporta che, nel momento in cui la mamma esce dalla visuale del bambino (magari solo per spostarsi in un'altra stanza) il bambino sperimenta una sensazione di vuoto angosciante, come se la mamma fosse morta e letteralmente non esistesse più, e con lei anche la parte del bambino che le è ancora simbioticamente attaccata.
L'angoscia di separazione si manifesta con pianti inconsolabili nel momento in cui la madre si allontana, anche solo temporaneamente, dal bambino e può estendersi anche al momento del sonno, altra occasione in cui il piccolo potrebbe sperimentare un senso di abbandono, specialmente quando lo si metta a dormire in una stanza separata da quella dei genitori. E' importante in questi casi che il genitore non si mostri a sua volta angosciato dalle reazioni del bambino al suo allontanamento, ma che le viva con serenità, consapevole che sono proprie di una fase di transizione che il piccolo deve necessariamente attraversare per crescere e rendersi sempre più autonomo. Per quanto riguarda il momento del sonno, può essere utile l'introduzione di una routine, di un rituale di addormentamento che si ripeta ogni sera nello stesso modo (per esempio, leggere una favola, cantare una ninna nanna, dare il bacio della buona notte...), e che attenui la sensazione del bambino di essere abbandonato, trasmettendogli invece cura e attenzione, che gli danno sicurezza.
Utilissimo anche proporre al piccolo quello che Winnicott ha definito “oggetto transizionale”: può trattarsi di un pupazzo, di un indumento del genitore che abbia addosso il suo odore, di qualcosa cioè che possa fungere da sostituto genitoriale e possa tranquillizzare il bambino nei momenti di distacco dalla figura materna.
Da evitare invece l'utilizzo di strategie “regressive”, quali far addormentare il bambino nel lettone oppure addirittura farlo dormire tra i genitori. Se considerato, infatti, quanto precedentemente detto sul significato dell'angoscia di separazione e sul suo ruolo nella conquista dell'autonomia da parte del piccolo, è facile capire che accorgimenti di questo genere hanno l'effetto di confermare al bambino le sue paure e, conseguentemente, di rallentare o in taluni casi perfino di ostacolare il suo processo di individuazione e di crescita.
Un altro momento critico in cui il piccolo deve confrontarsi con l'ansia di separazione può essere quello dell'inserimento al nido. Anche in questo caso, è fondamentale il vissuto del genitore al riguardo; in questa fase, infatti, il bambino fa ancora molto affidamento sull'espressione emotiva del genitore per dare significato a ciò che gli accade. I bimbi hanno una capacità incredibile di leggere le emozioni sul volto o nei gesti dei genitori, anche quando questi cercano di nasconderle o perfino le negano a loro stessi. Se il bambino leggerà angoscia negli occhi del genitore, al momento del distacco, la sua ansia non potrà che essere rafforzata e l'allontanamento dal genitore diverrà molto più complicato da gestire. E' necessario staccarsi dal bambino con fiducia, e sempre consapevoli che la sua crescita dipende anche dalla capacità che noi genitori abbiamo di lasciarlo andare, di favorire un distacco sano e costruttivo.