giovedì 9 maggio 2013

Ho sonno ma non dormo!!

Il sonno non è un momento semplice per un bambino. Sembra incredibile, ma è così. 
Non è capace, come noi adulti, di mettersi comodo, chiudere gli occhi e dormire.
Ha bisogno di essere "accompagnato da Morfeo".
Sin da quando sono piccini, i bambini collegano al sonno alcune paure o insicurezze: quella dell’abbandono, della solitudine, della morte, dei mostri, del buio ecc...
Ciononostante, credo che dare l'abitudine al piccolo di dormire nel lettone, crei, al contrario dipendenza e alimenti proprio quelle paure...

Bisogna aiutare il bimbo a trovare le sue sicurezze man mano che cresce...a rendersi indipendente e forte...certo, con le dovute accortezze: dedicargli un po’ di tempo tenendolo tra le braccia prima della nanna per farlo rilassare; parlargli dolcemente o ascoltarlo mentre è nel suo letto; fargli le coccole; raccontargli una fiaba...sono cose che lo aiutano a sentirsi meno fragile, credo. 

Il sonno serve a recuperare le energie spese durante la giornata e favorisce lo sviluppo neuropsicologico del bambino...per questo cerco di renderlo un momento rilassante e lo interrompo di rado, solo se è necessario (quindi, non lo sveglio per mangiare nè per cambiarlo...)


A volte il pupo è stanco ma non addormentandosi ancora da solo, quando non ne può più inizia a frignare e poi passa al pianto vero e proprio.
Sta a noi genitori, quindi, cogliere i primi segni di stanchezza!
Difficilmente un bimbo piccolo sta sveglio più di 3 ore senza sonnellino rigeneratore! Inizierà a sbadigliare, a frignare come una "sirena" noiosa, a toccarsi le orecchie, a strofinarsi gli occhi...a questo punto è bene cercare di farlo dormire...

Come?!

Personalmente, non condivido il metodo che suggerisce di lasciar piangere il bambino (Eduard Estivill) perchè un bimbo, con il pianto esprime un proprio disagio che non andrebbe mai ignorato...abbandonandolo alla sua disperazione, si ottiene soltanto ciò che lui teme di più: la solitudine e la certezza che non c’è nessuno capace di aiutarlo...
Sicuramente da evitare sono i farmaci (Nopron) oggi tanto di moda poichè agiscono direttamente su un sistema nervoso ancora in corso di maturazione!
L’addormentamento in braccio, inevitabile nei primi mesi, può diventare un problema nei mesi successivi...un vizietto "pesante" per la schiena di mamma e papà e comunque...un vizietto!
Verso i 5-6 mesi si può azzardare ad addormentare direttamente il piccolo nel lettino, magari rimanendo lì vicino, accarezzandolo o tenendogli la mano, facendo cioè qualcosa che lo rassicuri e che non lo faccia sentire solo.
Io sono in questa fase...per ora il piccolo prende ancora un biberon la sera e si addormenta ciucciando...quindi, non ho problemi di addormentamento, lo tengo un po' su per farlo digerire, per un momento specialissimo di amore e coccole e poi, lettino!

Un grande pediatra come Berry Brazelton si è domandato se la nostra cultura non sia troppo esigente quando chiede ad un bambino piccolo di imparare a dormire da solo, e magari anche in un'altra stanza.
Talvolta sorge questo dubbio anche a me.
Inconsapevolmente, ho attuato con il mio baby il metodo proposto da Tracy Hogg: EASY, acronimo di Eat (mangia), Activity (attività), Sleep (dormire), You (tu)...ed effettivamente, mi pare che seguendo questa routine nell'arco della giornata, il piccolo si senta sicuro e tranquillo...come se fosse contento, appagato dal fatto che qualcuno comprenda i suoi bisogni, che li preveda.

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